30/10/2007, 00.00
SRI LANKA
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Leader religiosi e società civile contro il “crimine” delle sparizioni

di Melani Manel Perera
A Raddoluwa in 600 di ogni religione ed etnia celebrano la Giornata delle persone sparite. I parenti degli scomparsi denunciano i risarcimenti ridicoli e l’indifferenza del governo. Solo l’Iraq supera lo Sri Lanka per numero di sparizioni di esseri umani.
Colombo (AsiaNews) – Singalesi e tamil, buddisti e cristiani, in 600 hanno pregato davanti al monumento dedicato alle persone scomparse a Raddoluwa, Seeduwa, 30 km a nord di Colombo. L’occasione è stata la 17ma edizione della Giornata per gli scomparsi, celebrata lo scorso 27 ottobre.
 
Alla commemorazione era presente anche p. Sathiyavali, di una parrocchia vicina. Nel suo discorso ai partecipanti ha invitato i leader religiosi e la società civile a prendersi le proprie responsabilità: “Essere pronti a sacrificare noi stessi ed impegnarsi in prima persona per costruire una società stabile e senza crimini, come quello delle sparizioni”.
 
Una donna buddista di 68 anni, Nandawathi Dias, è arrivata a Raddoluwa per ricordare suo marito e i suoi due figli scomparsi nel dicembre 1989. Ad AsiaNews racconta: “Erano usciti di casa una mattina e non sono tornati più, sono andata alla polizia ma mi hanno solo saputo dire ‘vuole fare la stessa fine anche lei?’ e me ne sono andata”. I risarcimenti del governo, inoltre, sono ridicoli e umilianti per i parenti delle persone scomparse. Nandawathi ha ricevuto 50mila rupie per il coniuge sparito, 25mila e 15mila per i due figli: cifre che oscillano tra i 500 e 150 euro.
 
Di fatto da quasi due anni in Sri Lanka è di nuovo guerra civile ed il precipitare del conflitto ha portato ad un allarmante aumento dei sequestri e delle cosiddette “sparizioni”, eufemismo utilizzato spesso anche per esecuzioni extragiudiziarie. Nell’ultimo anno e mezzo si registrano oltre 1100 casi. Dagli anni ’80 il numero è di oltre 60mila, tra singalesi, tamil e musulmani. L’incapacità del governo nell’arginare le “sparizioni” non è una sorpresa, considerando che in molti di questi casi sono implicati proprio le forze di sicurezza e paramilitari oltre che alle Tigri.
 
Secondo lo United Nations Working Group on Enforced or Involuntary Disappearances, il numero di sparizioni in Sri Lanka è secondo solo all’Iraq
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