Leader protestante ufficiale: Il cristianesimo vuole sovvertire la Cina
Xu Xiaohong, presidente della Commissione nazionale del Movimento patriottico delle Tre Autonomie, interviene alla Conferenza politica consultiva: “A molti credenti manca una vera coscienza nazionale. Ecco perché diciamo 'un altro cristiano, un cinese in meno'. Combattiamo le infiltrazioni straniere”.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il cristianesimo in Cina “deve affrontare con più impegno la propria sinicizzazione, secondo i dettami del presidente Xi Jinping, e deve combattere contro le influenze straniere che vogliono sovvertire lo Stato attraverso la fede”. Lo ha detto Xu Xiaohong, presidente della Commissione nazionale del Movimento patriottico delle Tre Autonomie, durante una sessione della Conferenza politica consultiva del popolo cinese (Cpcpc). Il Movimento è il corpo amministrativo – creato da Mao Zedong – che riunisce i cristiani protestanti ufficiali.
La Cpcpc riunisce invece tutti i rappresentanti della società civile (anche quelli religiosi) per offrire consigli all’Anp e al Partito su come migliorare le sue politiche, ma in realtà essa tende a sottomettere la società civile alle decisioni del Partito.
La sinicizzazione cui fa riferimento Xu è la campagna lanciata dal leader supremo cinese nei confronti delle cinque religioni ufficiali del Paese (cristianesimo protestante, cattolicesimo, islam, taoismo e buddhismo). Secondo Xi Jinping, queste fedi potrebbero divenire strumento di separatismo etnico o di ingerenze straniere negli affari interni del Paese.
In epoca recente, ha aggiunto il leader protestante ufficiale, “il cristianesimo si è diffuso in Cina insieme all'invasione coloniale delle potenze occidentali. Per questo è considerato una religione straniera. Va detto che ad alcuni fedeli manca una vera coscienza nazionale. Ecco perché diciamo 'un altro cristiano, un cinese in meno'. Fra i problemi più pesanti che dobbiamo affrontare vi sono le infiltrazioni di forze straniere e i raduni illegali di preghiera”.
Agli incontri della Conferenza politica ha partecipato anche Shen Bin, vice presidente dell'Associazione patriottica dei cattolici cinesi. Secondo il funzionario, “il cattolicesimo ha affrontato degli alti e bassi nel Paese a causa di alcune chiese locali, che non sono riuscite a mettere in pratica i principi di indipendenza ed auto-gestione e non si sono integrate con la cultura cinese”.