Leader musulmano thai: Imparare dalle altre religioni per costruire la pace
Il dipartimento degli affari religiosi di Bangkok ha organizzato un forum interreligioso in cui sono intervenuti i leader di tutte le maggiori religioni. Secondo Abdulau Nhumsuks, membro dell’Associazione islamica di Bangkok, “l’idea che imparare gli insegnamenti delle altre fedi sia peccato è vecchia e sbagliata”.
Bangkok (AsiaNews) – Alcuni musulmani pensano “che imparare gli insegnamenti delle altre religioni sia un peccato, ma questa è una visione vecchia e sbagliata. Scambiare le idee è un passo importante per costruire ponti e guidarci al rispetto reciproco”. Sono le parole pronunciate da Abdulau Nhumsuk, membro dell’Ufficio islamico sheikhul e dell’Associazione islamica di Bangkok, che è intervenuto ad una conferenza interreligiosa organizzata dal Dipartimento degli affari religiosi e dal ministro della Cultura. L’incontro, dal titolo “L’annuncio del credo religioso in una società plurale”, si è tenuto il 25 aprile scorso nella sala del Dipartimento per la promozione culturale. Leader buddisti, islamici e cristiani si sono riuniti insieme a funzionari statali e a un centinaio di membri di varie organizzazioni per promuovere la pratica pacifica della fede, l’amore alla patria e al re (garante di tutte le religioni).
Aprendo il forum, il ministro della Cultura Vira Rojpojchanarat ha detto: “La Thailandia è un Paese pieno di credi diversi, di culture e di razze che in passato hanno vissuto insieme in modo felice. In questo momento invece ci sono molte controversie nella società, causate da fraintendimenti su più questioni. Oggi è una grande occasione per i leader di tutte le religioni di incontrarsi e scambiare le proprie conoscenze in grado di portare pace ed armonia”.
Da tempo la Chiesa thai è attiva per favorire il dialogo interreligioso. In un gesto significativo, il 2 marzo scorso Mons. Andrew Vissanu Thanya Anan, vice segretario generale della Conferenza episcopale, aveva partecipato all’inaugurazione di una moschea.
All’incontro del 25 aprile è intervenuto il segretario generale della Conferenza, mons. Joseph Chusak Sirisuthi, secondo il quale “ogni religione fa del suo meglio per costruire la pace, non solo per la Thailandia ma per tutto il mondo. Noi come cristiani abbiamo il compito di condividere la gioia e la speranza, e di partecipare alla vita sociale in favore della dignità della vita umana e della sua sofferenza”. L’ispirazione cristiana, ha proseguito il vescovo, “si centra sulla parola di Gesù: ‘Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio’ (Mt 5:9). Ciò significa che tutti coloro che portano pace sono figli di Dio, non solo i cristiani”.
Secondo Phraphombandit, monaco buddista e membro del Consiglio supremo del sangha (unione delle assemblee buddiste), ogni fedele ha il dovere di vivere l’eredità degli antenati praticando i propri insegnamenti religiosi ma anche cercando di comprendere quelli delle altre fedi: “In quest’epoca dell’informazione – ha aggiunto – non dobbiamo diffondere nozioni che portano alla divisione e che influenzano in modo sbagliato il modo di pensare della società”.
Nel suo discorso, il leader islamico Abdulau Nhumsuk ha fatto riferimento alle tensioni fra buddisti e i musulmani maggioritari in quattro regioni meridionali del Paese, teatro di violenze che dal 2004 hanno causato 6500 morti: “La situazione in queste province – ha detto – è un ottimo esempio di interessi personali che si mascherano da battaglie religiose fomentate dall’estremismo ideologico”.