Leader curdo: Nessun problema se il voto in Iraq dà i religiosi sciiti in testa
Saywan Barzani, nipote del presidente del Kurdistan irakeno, commenta i risultati preliminari delle elezioni parlamentari. Nessun rischio di polarizzazione del paese.
Parigi (AsiaNews) La "normale reazione a decenni di dittatura", gli irakeni votano per i religiosi sciiti, "perché pensano che siano gli unici a poterli rappresentare". Saywan Barzani, rappresentante curdo in Europa, di stanza a Parigi, non è sorpreso dai risultati preliminari delle elezioni parlamentari del 15 dicembre in Iraq. "Era prevedibile che vincessero i religiosi sciiti commenta - aspettavo più consensi per sunniti e Allawi, ma in futuro le cose possono cambiare".
Con il 90% dei voti scrutinati, l'Alleanza unita irakena, coalizione sciita dell'attuale premier Al-Jaafari, ha ottenuto il 58% dei voti a Baghdad, il più ampio distretto elettorale del paese, per un totale di 1,4 milioni di voti e 59 seggi sui 230 assegnati su base regionale (gli altri 45 vengono ripartiti sulla base dei voti a livello nazionale). Al secondo posto, sempre nella capitale, si colloca la formazione sunnita del Fronte della concordia irachena, con il 19% delle preferenze pari a 451.782 voti, seguita dalla Lista di Allawi, al 14% dei voti, pari a 327.174 preferenze.
Secondo quanto riferito dalla Commissione elettorale irakena, l'Alleanza unita irakena - di cui fanno parte, tra gli altri, il partito Dawa e lo Sciri (Consiglio supremo per la rivoluzione islamica in Iraq) - è in testa alla preferenze anche nelle province di Babilonia, Kerbala, Najaf, Dhi Qar, Meisan e Bassora. I primi risultati provvisori assegnano il primo posto all'Alleanza curda nelle province settentrionali di Dihok, Arbil e Sulaimaniya.
La Lista nazionale irakena dell'ex premier Iyyad Allawi - che mette insieme formazioni sciite e sunnite - e' arrivata invece al secondo posto nel sud dell'Iraq e al terzo a Baghdad, dopo la formazione del leader sunnita Adnan Al-Dulaimi, che nei giorni scorsi ha 'aperto' alla possibilità di un governo di coalizione. In due delle tre province curde, al secondo posto nelle preferenze si e' piazzata la Coalizione islamica del Kurdistan.
Se l'Alleanza di Jaafari ottenesse due terzi dei seggi nella nuova Assemblea avrebbe la possibilità di bloccare la formazione del nuovo governo, scenario che preoccupa Allawi interessato a riconquistare la leadership. Alcuni analisti sottolineano che una forte rappresentanza parlamentare dei partiti islamici sciiti vanificherebbe l'influenza dei nuovi elettori sunniti portando alla polarizzazione del paese.
Secondo Barzani - anche nipote di Massoud, leader del Kurdistan Democratic Party con un governo di tipo federale e la complessa composizione etnico-religiosa dell'Iraq, "nessun partito può pensare di governare da solo". "Qualunque sia il risultato finale - conclude - la strada che il nuovo governo dovrà intraprendere è quella della collaborazione".
14/12/2005