13/11/2018, 14.13
ISRAELE - PALESTINA
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Leader cristiano: preoccupante escalation a Gaza ‘improvvisa e inspiegabile’

Prosegue la violenta tensione nella Striscia fra Israele e Hamas. Sobhy Makhoul: violenze che “colgono di sorpresa”, quando si parlava di “negoziati” e “calma” con la mediazione di Egitto e Qatar. Pesano gli interessi degli Stati Uniti nell’area. Attesa per gli sviluppi nelle prossime ore. 

 

Gerusalemme (AsiaNews) - L’improvvisa escalation di violenza fra Israele e Hamas a Gaza “ha colto di sorpresa” l’opinione pubblica e la stessa popolazione. Si parlava di “negoziati in corso, del coinvolgimento del Qatar e del’Egitto”, che potevano portare a una “calma più duratura. È difficile capire e spiegare” gli eventi delle ultime ore. È quanto racconta ad AsiaNews Sobhy Makhoul, della Chiesa maronita di Gerusalemme e amministratore del Christian Media Center, commentando la crescente tensione nella Striscia, che ha provocato vittime e feriti su entrambi i fronti. 

“Per il momento i media israeliani non forniscono particolari spiegazioni” prosegue il leader cristiano. “Bisogna attendere l’evolversi della situazione - aggiunge - capire gli sviluppi nelle prossime ore, vedere cosa succede entro un massimo di due giorni. La situazione si è infiammata all’improvviso, non sappiamo quali siano gli interessi sotto”.

Intanto non accenna a diminuire la tensione a Gaza. A innescare l’escalation, dopo mesi di proteste per la decisione del presidente Usa Donald Trump di trasferire l’ambasciata a Gerusalemme, l’operazione sotto copertura di un commando delle Forze speciali israeliane la notte dell’11 novembre. Il gruppo è penetrato tre chilometri all’interno della Striscia, con l’obiettivo - secondo fonti palestinesi - di rapire Marwan Issa, il numero due delle Falangi di Al Qassam. 

Nello scontro a fuoco fra i due fronti sono morti sette palestinesi e un soldato israeliano. Le violenze sono proseguite nella giornata di ieri, con il lancio incessante di missili da Gaza verso Israele e una serie di raid aerei da parte di Tel Aviv.

Il segretario generale Onu Antonio Guterres segue “gli sviluppi sul fronte della sicurezza” ed esorta “tutte le parti a esercitare la massima moderazione”. Nel frattempo l’inviato delle Nazioni Unite per la pace in Medio Oriente Nickolay Mladenov lavora “a stretto contatto con Egitto e tutte le parti interessate per ripristinare la calma”. 

“Il problema - spiega Sobhy Makhoul - sono le mosse degli Stati Uniti in Medio oriente e, in special modo, nella nostra zona. Il tentativo di isolare Hamas ed Hezbollah, cercando di bloccare i finanziamenti dall’Iran” sono elementi che portano ad inasprire la tensione. “Tuttavia, erano in corso negoziati - aggiunge il leader cristiano - e non vi sono ragioni apparenti per bloccare il tutto”. Certo, avverte, la situazione che si è venuta a creare oggi “è anomala e diversa da altre crisi che si sono registrate in passato”. 

“Nessuno ha ragioni per inasprire la tensione” conclude Sobhy Makhoul. Anche sul fronte dell’economia, del lavoro, dei pellegrinaggi la situazione in Israele era in progressivo miglioramento”. Solo il mese scorso “sono arrivati 480mila turisti per pellegrinaggi o visite religiose. Se la situazione si scalda, saranno problemi grossi per tutti e questo vale anche per i cristiani che seguono da vicino l’evolversi della vicenda”.

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