Le richieste di Zelenskyj al Papa per l’Ucraina e per la Russia
Profonda sintonia espressa fra il presidente ucraino e il pontefice. L’invito a papa Francesco a visitare Kiev, ma anche il Donbass. L'apprezzamento dei greco-cattolici. Oggi è il quarto anniversario dell’incontro all’Avana fra Francesco e Kirill.
Mosca (AsiaNews) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha fatto visita per la prima volta al papa Francesco a Roma, il 9 febbraio, chiedendo al pontefice un aiuto per la soluzione pacifica del conflitto tra russi e ucraini. Subito dopo l’incontro, su Twitter Zelenskyj ha scritto: “Il papa di Roma Francesco ha fatto tutto il possibile per il raggiungimento della pace e dell’armonia tra i popoli in tutto il mondo. Due mesi dopo l’incontro del formato “Normandia” a Parigi, ho chiesto a lui un sostegno per ottenere la liberazione degli ucraini prigionieri nel Donbass, in Crimea e in Russia. Sono stato molto ispirato dal nostro colloquio sulla pace in Ucraina”.
Il presidente ucraino ha poi incontrato il Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, insieme al segretario per i rapporti con gli Stati, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher. Oltre alla questione della soluzione pacifica del conflitto, il capo di stato ha sottolineato la fruttuosa collaborazione tra l’Ucraina e il Vaticano: “l’Ucraina è pronta a sviluppare ulteriormente la cooperazione con la Santa Sede. Ci uniscono i valori comuni e una visione comune del futuro”, ha aggiunto Zelenskyj.
Nel corso dell’udienza, il presidente ha invitato papa Francesco a visitare l’Ucraina, e rendersi conto di persona della situazione nel Donbass. “Il pontefice mi ha addirittura chiamato il presidente della pace, questa è l’immagine che l’Europa si sta facendo di me, è una grande responsabilità”, ha osservato Zelenskyj, affermando che gli ucraini attendono con grande desiderio una visita del papa, e nel Paese egli gode di grande prestigio e fiducia. “Sono convinto che il papa verrà in Ucraina, e non soltanto nella capitale. Gli ho detto che per capire quello che da noi succede a oriente, bisogna andare a oriente”.
Il papa e il presidente hanno anche concordato una serie di iniziative umanitarie per aiutare i bambini, e per la difesa dell’ambiente. “Sono infinitamente grato a Sua Santità per l’iniziativa Il Papa per l’Ucraina, che ha già aiutato 900 mila ucraini colpiti dal conflitto nel Donbass”, ha rimarcato Zelenskyj.
Papa Francesco ha donato al presidente ucraino un dipinto raffigurante san Martino di Tours, ricordando che “San Martino aiutava i bisognosi con la forza dell’amore; è quello che io auguro per il vostro popolo, desidero che san Martino protegga il popolo ucraino”.
Alla vigilia dell’incontro, la guida dei greco-cattolici ucraini, l’arcivescovo maggiore di Kiev e Galizia Svjatoslav (Shevchuk) aveva espresso la sua convinzione che l’incontro tra il papa e il presidente “porterà a un nuovo sviluppo in campo diplomatico”, sottolineando la necessità di arrivare alla soluzione dei problemi attraverso il dialogo, al tavolo delle trattative. Il papa stesso aveva più volte richiamato alla necessità del dialogo per la pace in Ucraina, anche al Sinodo dei vescovi greco-cattolici a Roma nello scorso luglio, e in occasione dell’incontro di Parigi in dicembre, a cui ha fatto riferimento lo stesso Zelenskyj.
In questo spirito di costruttivo dialogo, assume ulteriore importanza il quarto anniversario dell’incontro all’Avana tra il papa Francesco e il patriarca di Mosca Kirill (Gundjaev), che ricorre proprio oggi 12 febbraio e viene celebrato a Roma con un incontro alla Pontifica Università San Tommaso d’Aquino, in Largo Angelicum. L’incontro si apre con una conferenza su “I santi - segni e semi dell’unità”, presieduto dal cardinale Kurt Koch e dal metropolita Ilarion (Alfeev), i “ministri degli esteri” del Vaticano e del Patriarcato. Portano il loro contributo il prof. Aleksej Andreev, il rev.do Marko Rupnik, il rev.do Kirill Kaleda e il sig. Enrico Petrillo. Alla conferenza segue la proiezione di un film sull’Apostolo Pietro, il cui autore è lo stesso metropolita Ilarion, e si conclude con un concerto serale nella basilica di San Giovanni in Laterano, con il Coro Sinodale di Mosca e il Coro della Cappella Musicale Pontificia Sistina.
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