11/03/2010, 00.00
SRI LANKA
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Le reliquie di Sant’Antonio in Sri Lanka, per portare “pace e unità” al Paese

di Melani Manel Perera
Per la prima volta in 750 anni i resti hanno lasciato Padova, in Italia, per compiere un pellegrinaggio nella nazione asiatica. L’iniziativa celebra il 175mo anniversario della basilica di Kochchikade, dedicata al santo francescano. Migliaia di fedeli, cattolici e non, hanno pregato per “l’unità perduta” e “una vita migliore”.
Colombo (AsiaNews) – Migliaia di cattolici e non dello Sri Lanka hanno accolto le reliquie di Sant’Antonio pregando per “la pace e l’unità del Paese”. I resti del santo francescano di origine portoghese – famoso per la sapienza e le doti di predicatore – hanno lasciato per la prima volta in 750 anni la città di Padova, in Italia, e sono giunti il 7 marzo scorso a Colombo. Una speciale concessione resa possibile dalla personale richiesta avanzata da mons. Malcom Ranjith – arcivescovo della capitale – ai custodi delle reliquie, in occasione del 175mo anniversario della basilica di Sant’Antonio a Kochchikade.
 
Negli ultimi tre giorni la basilica è rimasta aperta dalle 5 del mattino fino alle 3 di notte per consentire l’accesso alla folla di fedeli, desiderosi di ricevere la speciale benedizione di Sant’Antonio e pregare davanti alle reliquie. Molte le invocazioni rivolte all’indirizzo del santo francescano, fra le quali “dona a noi la pace e l’unità”, “benedici tutti noi perché possiamo ritrovare l’unità perduta”, “prega per noi” e “benedici i nostri giovani perché possano godere di una vita migliore”.
 
Il 7 marzo scorso si è svolta una messa di benvenuto, presieduta da mons. Ranjith insieme a mons. Joseph Spiteri, nunzio apostolico in Sri Lanka, sacerdoti diocesani, laici, religiose e i due delegati giunti da Padova con le spoglie del santo. Durante il rito, l’arcivescovo di Colombo ha invitato i fedeli a “seguire l’esempio di Sant’Antonio” e imparare da lui a “ricostruire le nostre vite”. Alla funzione hanno preso parte anche la moglie del presidente, Shiranthi Rajapaksa, politici cattolici, monaci buddisti e fedeli di altre religioni. Almeno 5mila, secondo le stime, le persone presenti alla cerimonia.
 
Ieri le reliquie di Sant’Antonio hanno lasciato la basilica di Kochchikade per raggiungere la diocesi di Galle, nel sud del Paese. Nei prossimi 16 giorni, infatti, le spoglie compiranno un pellegrinaggio in tutto lo Sri Lanka come “segno di pace e di speranza”. Molti i santuari cattolici che potranno esporre le reliquie, compresa l’area nel nord, teatro per tre decenni di una lotta sanguinaria fra l’esercito governativo e il movimento indipendentista Tigri Tamil.
 
Una messa alle 6 del mattino, celebrata ieri nella basilica di Sant’Antonio, ha segnato la partenza delle reliquie dalla capitale. Un’ultima occasione concessa a migliaia di fedeli di salutare e pregare le spoglie del santo di Padova. “È stata una grande, grandissima benedizione per il nostro Paese” afferma Anthony Parakrama, padre di tre figli di cui due arruolati nell’esercito. “Sant’Antonio è famoso per essere il santo di poveri e viaggiatori – aggiunge – e credo sarà di grande aiuto per ritrovare quanto perduto dal nostro popolo”. Albert de Mel, 50 anni, sottolinea che “è venuto per benedire la nazione dopo anni di guerra, per restituire pace e unità”.
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