Le purghe di Kim Jong-un “sono sostenute dal popolo”
Una fonte interna alla Corea del Nord racconta: “L’erede al trono di Pyongyang è sanguinario, ma conosce molto bene il suo popolo: sta ottenendo persino dei consensi, nella sua decimazione degli amministratori locali”.
Pyongyang (AsiaNews) – Le purghe lanciate da Kim Jong-un, terzogenito e delfino del dittatore Kim Jong-il, “hanno il sostegno di una parte della popolazione, che le ritiene davvero un modo per combattere l’eccessiva corruzione. Tutti sanno che i prossimi dirigenti possono essere voraci come quelli attuali, ma almeno il popolo può sfogarsi contro i vecchi caduti in disgrazia”. Lo racconta ad AsiaNews una fonte locale, anonima per motivi di sicurezza.
Come spiega la fonte, “Jong-un non fa altro che ricalcare le orme del padre e del nonno, che appena arrivati al potere hanno lanciato delle decimazioni violente all’interno del gruppo dirigente per eliminare nemici politici e inserire i propri fedeli nei posti vitali dell’amministrazione. La differenza del 27enne è che sta usando l’odio diffuso nella popolazione per giustificare le purghe: in pratica, sta dando la colpa di tutto quello che è successo nel Paese agli amministratori locali”.
Il nazionalismo coreano non permette alcuna critica al leader in carica. Secondo la “juche”, la teoria socio-filosofica elaborata da Kim Il-sung, soltanto chi è al potere può garantire la sopravvivenza e l’indipendenza del Paese. La popolazione, assuefatta da decenni di indottrinamento, condivide questo principio: “Dopo la disastrosa riforma valutaria di qualche mese fa, ideata e imposta da Kim Jong-il in persona, la gente è divenuta se possibile ancora più povera. Eppure, a pagare per l’errore è stato un dirigente minore indicato come responsabile”.Vedi anche
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