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TAIWAN-CINA
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Le prove di guerra di Pechino e i satelliti per le comunicazioni di Taiwan

Archiviata in fretta l'imponente operazione "Spada congiunta", scattata ieri in risposta alle affermazioni del presidente Lai sulla "non subordinazione" di Taiwan nel discorso del 10 ottobre. Riposta negli arsenali anche la retorica sull'"unificazione" che ieri dilagava su Weibo. Intanto Chunghwa Telecom ha annunciato che a fine mese i sistemi satellitari di comunicazione saranno in grado di coprire tutta l'isola 24 ore su 24, eliminando la dipendenza dai cavi sottomarini.

Taipei (AsiaNews) – Ben 153 aerei sui cieli di Taiwan nell’arco di 25 ore, insieme a navi della marina e della guardia costiera impegnate a simulare un blocco navale. Più della sostanza hanno impressionato le dimensioni della prova di forza messa in campo da Pechino con l’operazione “Spada congiunta 2024 B”, la grande esercitazione militare scattata all’indomani del primo discorso del presidente di Taipei Lai Ching-te per il 10 ottobre, il giorno in cui Taiwan celebra la sua festa nazionale.

Le manovre sono state la risposta alle affermazioni di Lai secondo cui la Cina non ha “alcun diritto di rappresentare Taiwan” e le due sponde dello Stretto di Taiwan non sono “subordinate” l'una all'altra. Come la precedente operazione “Spada congiunta” scattata a maggio, subito dopo l’insediamento del nuovo presidente “indipendentista“ di Tapei (e per questo Pechino ha aggiunto al nome la postilla “2024 B”).

Le operazioni si sono concluse questa mattina alle 6 ed è tornata la calma intorno a Taipei. Non solo nei cieli e nei mari, ma anche sul social network cinese Weibo che ieri aveva tra i suoi trend topic frasi come “c'è una sola Cina nel mondo” e “si realizzerà la completa unificazione della madrepatria” che sono poi scomparse all’istante. Sembrerebbe che, finite le esercitazioni, anche la retorica sia tornata negli arsenali anche per non suscitare troppe domande tra i netizen su un costoso dispiego di mezzi per scopri dimostrativi proprio mentre tutti discutono delle misure di stimolo all’economia che nonostante i proclami ufficiali continua ad arrancare.

A Taipei, peraltro, la gente continua a guardare con scetticismo all’ipotesi di un’invasione di Pechino: un sondaggio condotto il mese scorso dall'Istituto per la ricerca sulla difesa e la sicurezza nazionale (INDSR) ha rilevato che il 61% della popolazione ritiene “improbabile o molto improbabile” che la Cina attacchi Taiwan nei prossimi cinque anni. La popolazione di Taiwan è più preoccupata dagli effetti sulla sua democrazia da parte di altre minacce cinesi, tra cui questo tipo di esercitazioni militari e le campagne di propaganda.

Il confronto - comunque - è destinato ad andare avanti anche su altri terreni. Proprio mentre Pechino tornava a mostrare i muscoli, per esempio, a Taiwan il maggiore provider di telecomunicazioni Chunghwa Telecom (CHT), annunciava che entro la fine di ottobre i segnali dei satelliti in orbita terrestre bassa (LEO) dovrebbero essere in grado di coprire tutta l’isola 24 ore su 24. Questi sistemi sono oggi l’alternativa più efficace ai cavi sottomarini, che la Repubblica popolare cinese potrebbe più facilmente bloccare, isolando dunque dalle comunicazioni con l’esterno l’“isola ribelle”.

Chunghwa Telecom aveva firmato nel novembre 2023 un accordo di distribuzione esclusiva per i servizi satellitari LEO a Taiwan con il gruppo franco-britannico Eutelsat OneWeb. Lo sviluppo di questa tecnologia è proseguita con l'accesso ai satelliti attraverso stazioni di terra in Giappone, Thailandia e Guam fino al risultato di una copertura totale del segnale, ormai imminente. Per renderlo utilizzabile, però, manca ancora un passaggio: le stazioni di terra a Taiwan. In proposito il ministero degli Affari digitali di Taipei ha promesso di completarne 700 entro la fine di quest'anno. Se questo avverrà e se la larghezza di banda sarà sufficiente la CHT potrà iniziare anche a commercializzare questi servizi di comunicazione satellitari, rendendo la rete di comunicazione di Taiwan più resistente a guasti, disastri naturali o interruzioni di altro genere.

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