Le politiche d’inflazione rischiano di generare un’altra bolla economica
Hong Kong (AsiaNews) - A cinque anni dal fallimento della Lehman Brothers, l'economia globale rimane ancora stagnante. Ma se non si è in borsa, non lo si nota. Il mercato statunitense registra picchi continui, quello giapponese è cresciuto del 50% in cinque mesi e, mentre l'economia europea è in recessione, le azioni delle sue aziende principali rimangono comunque alte. I prezzi di borsa non dovrebbero rispecchiare e prevedere l'economia? Scordatevelo. Questa dicotomia dimostra quanto l'economia sia diventata malata. Con lo scopo di stimolare il mercato o di produrre lavoro, le politiche macroeconomiche di oggi accrescono l'inflazione a beneficio di pochi, il che potrebbe influire sulla disoccupazione secondo il cosiddetto 'effetto di ricchezza'. Purtroppo se ne traggono pochi frutti.
L'elevare il valore delle monete a basso costo attraverso le risorse di mercato, a solo beneficio di coloro che possono attingere dalla Federal reserve statunitense, dimostra come questa politica abbia aiutato a produrre due milioni di posti lavoro; cioè meno di 100 miliardi di dollari di entrate annue. Ma un terzo della valutazione di borsa, più di 6 bilioni di dollari statunitensi, può essere attribuita alle politiche della banca centrale. Il declino nei tassi d'interesse potrebbe essere la fonte di un quinto dei guadagni delle grandi aziende. Invece di adoperarsi per creare nuovi posti lavoro, le grandi compagnie hanno utilizzato il denaro per ricomprare le azioni o pagare i dividendi. Se non sei un azionista, la politica della banca centrale non ti avvantaggia molto. E i disoccupati, ovviamente, hanno meno possibilità di essere azionisti.
La banca del Giappone sta imparando da quella americana per quanto riguarda l'innalzamento delle quotazioni dalla stampa di moneta, per acquistare qualsiasi cosa. Il Giappone non ha nemmeno un problema di disoccupazione. Crede che l'inflazione porterà a una crescita economica sostenibile, ignorando che il suo problema principale è il calo della popolazione (in caduta di circa un milione l'anno) e che le sue compagnie di punta, come Sony e Sharp, non sono più competitive nel mercato di oggi. Se l'accrescimento dell'inflazione fosse la soluzione, il Giappone non avrebbe sofferto per gli ultimi due decenni. E poi la gente non condanna la stagnazione prolungata? Dieci anni fa, anche il capo della banca centrale statunitense, Alan Greenspan, arrossiva nello spiegare l'effetto logico dell'inflazione nella crescita economica. Il creare delle bolle era considerato sbagliato. Ora, quello che sta facendo la stessa banca centrale è molto apprezzato. E la banca del Giappone ha riscosso molto successo nell'imitarla. Non era stata l'esplosione della bolla di Greenspan a portare il mondo in questa situazione? Quando la gente soffre per molto tempo inizia a pensare ai rimedi rapidi. L'attuale capo della banca centrale statunitense, Ben Bernanke, è stato osannato per aver fatto ciò per cui Greenspan era stato maledetto. Ci vorrà un'altra bolla perché la gente capisca cosa si sta verificando.
Il capitalismo riguarda le forze di mercato o il margine di profitto da assegnare al capitale, non i governi o i poteri ad essi correlati. Nel mondo reale, però, tutto ciò non funziona mai in questo modo. È spesso più vantaggioso sovvertire le forze di mercato piuttosto che accettarle. Il capitalismo è la manifestazione di un magnate disonesto. John D.Rockfeller ha provveduto alla propria ricchezza soprattutto mediante la creazione e il potenziamento di un monopolio. Nessuno potrebbe essere così ricco in un ambiente di perfetta competizione. Dall'approvazione delle leggi anti-trust nelle economie sviluppate, nessuno è diventato così ricco come i magnati disonesti di un secolo fa.
Le economie emergenti rimangono tali perché praticano un capitalismo malato. Se la ricchezza non documentata fosse compresa, le persone più ricche al mondo proverrebbero dalle economie emergenti, non gente come Bill Gates o Warren Buffet. I cattivi sistemi, non la mancanza di denaro, sono il motivo per cui le economie povere rimangono tali. Se un'economia emergente vuole svilupparsi, deve sostituire il capitalismo malato con delle leggi. Ma questo, ovviamente, non piacerà ai ricchi di quei Paesi. L'attivismo monetario è un nuovo approccio che ha prevalso tra le economie di mercato degli ultimi 25 anni. Con il proposito di stimolare un'economia in fase discendente, portare beneficio ai disoccupati, sopperire ai tagli di governo e ai tassi d'interesse, incentivare la liquidità, che inflaziona le bolle. Nel 1990 Greenspan applicò questo sistema prima alla borsa e poi al mercato immobiliare. Quando scoppia una bolla, si grida a nuovi stimoli, ancora nel nome dei disoccupati.
Il dibattito attuale sugli stimoli contro l'austerità manca il punto della questione. E, nella realtà, non aiuta nemmeno la gente bisognosa. Se le banche centrali volessero per davvero aiutare la gente attraverso politiche monetarie, dovrebbero stampare moneta e distribuirla in modo equo tra la gente. Se le politiche monetarie funzionassero, dare denaro alla popolazione dovrebbe rappresentare la soluzione più diretta.
'Gonfiare' le monete deboli mediante risorse di mercato, porta un beneficio solo alle persone che hanno accesso ai prestiti. Attraverso tali cicli di bolle, la ricchezza si inizia a concentrare nelle mani di coloro che speculano sul debito. Forse è voluto. Le banche centrali sembrano troppo prossime a quella gente che scommette sui prestiti. Si provi soltanto a seguire la sfavillanti trattative di mercato. La politica monetaria alla Greenspan è per davvero una forma di capitalismo malato. Avvantaggia una classe particolare di persone che prende in prestito monete deboli al fine di scommettere. Quando questi sbagliano la bolla scoppia. Segue un altro giro di moneta debole. Quindi, coloro che vi hanno accesso possono ancora raddoppiare. Con così tanta ricchezza condensata nella finanza, le banche centrali possono giustificare questo genere di politiche per sé stesse. In caso contrario, potrebbero combattere il problema. Le bolle sono in realtà una redistribuzione delle carte. Dal momento in cui il denaro diventa sempre meno caro, l'inflazione è inevitabile. Anche se gli indici di consumo riportati non sono ancora elevati, si controllino l'educazione, la salute e le abitazioni. I maggiori beni di consumo non sono nel cestino della CPI e sono in rapida inflazione. I ceti meno abbienti sono danneggiati da tale inflazione. La loro sofferenza rinvigorisce però coloro che utilizzano monete deboli per scommettere sulle bolle.
Il capitalismo malato è associato all'ottusità, e a buon motivo. Quando i profitti vanno a coloro che detengono il potere, non la produttività, il progresso economico rallenta. Se i sistemi sviluppati adottano politiche monetarie e si affidano ad economie fatte di menzogne, si mettono scendono allo stesso livello delle economie emergenti. Il mondo potrebbe diventare più egualitario dopo tutto, con i vertici che scendono al livello della base.
di Andy Xie, economista indipendente.
Articolo pubblicato dal South China Morning Post il 21 maggio 2013.
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13/08/2007