Le conseguenze della crisi palestinese da lunedì all’esame di un vertice a quattro
Oltre all’Egitto, promotore dell’iniziativa, al summit prenderanno parte l’Anp, Israele e Giordania. Gli uomini di Abbas chiedono che dall’incontro escano iniziative concrete. Colloquio telefonico tra Tzipi Livni e Salam Fayyad.
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - La nuova situazione creatasi dopo la presa di potere a Gaza da parte di Hamas ed il conseguente sostegno che i Paesi arabi, ma anche Israele e Stati Uniti vogliono offrire al presidente dell’Anp, Mahmoud Abbas saranno al centro di un summit a quattro che la settimana prossima – sembra già lunedì - dovrebbe vedere riuniti Israele, Egitto, Giordania ed il presidente dell’Anp.
L’iniziativa dell’incontro è venuta dal presidente egiziano Hosni Mubarak ed il vertice dovrebbe tenersi a Sharm el Sheikh, secondo quanto sostenuto da Yaser Abed Rabbo, uno stretto collaboratore di Abbas.
Saeb Erekat, un altro collaboratore di Abbas, ha sottolineato la volontà palestinese di riaprire il processo di pace, ma ha messo in guardia contro l’eventuale mancanza di risultati del prossimo vertice. “Abbiamo bisogno – ha detto – di mettere fine all’occupazione, di uno Stato palestinese. Se non avremo speranza, Hamas introdurrà la disperazione nel popolo”.
Primi passi in tal senso, a suo avviso, sono la sospensione del congelamento dei diritti fiscali delle merci che entrano in Palestina – centinaia di milioni di dollari che Israele trattiene dal marzo 2006, quando Hamas è andato al governo – e l’eliminazione dei posti di blocco in Cisgiordania, che “impediscono una vita normale degli abitanti”.
Ieri, intanto, c’è stato un primo contatto tra il ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni, ed il neonominato capo del governo palestinese, Salam Fayyad. In una conversazione telefonico si è parlato, secondo la stessa Livni, delle implicazioni della presa di Gaza da parte di Hamas e delle prospettive poste alle possibilità di dialogo dall’uscita degli islamici dal governo dell’Anp.
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