Le cifre dell’oppio in Afghanistan (Scheda)
Secondo l’ultimo Rapporto del dipartimento di Stato americano sulle droghe nel mondo, la situazione dell’Afghanistan “rappresenta un’enorme minaccia alla stabilità mondiale”. L’Afghanistan è il più grande produttore di oppio al mondo. Dall’invasione sovietica nel 1979, i narcotici rappresentano il settore chiave dell’economia nazionale, che dipende per il 40-60% dal commercio di oppio. I proventi di questo traffico aiutano a finanziare i gruppi talebani e terroristi, tanto che c'è il timore che il Paese possa degenerare in un narco-Stato.
Il Paese ha le condizioni climatiche ideali per la coltivazione del papavero da oppio, da cui si ricavano l’eroina e la morfina. Dal 2003 al 2004 il terreno adibito alla coltivazione da papavero è triplicato arrivando fino a 511.500 acri. Nel 2001 erano appena 19.800 acri.
Circa l’80% dell’eroina sul mercato mondiale proviene dall’Afghanistan. Il commercio di oppio rappresenta più del 60% del Prodotto interno lordo (Pil) del Paese.
Secondo il Rapporto statunitense la produzione di oppio in Afghanistan ammonta a 5.445 tonnellate, 17 volte di più del secondo produttore mondiale, il Myanmar.
Il 90% dell’eroina lavorata in Afghanistan (29-30 tonnellate) prende la via della cosiddetta “rotta del nord”, che include Tajikistan, Uzbekistan, Kazakhstan, Turkmenistan, Russia e Europa.
Quest’anno la Gran Bretagna ha stanziato il doppio dei fondi, rispetto al 2004, per la campagna contro l’oppio in Afghanistan: 100 milioni di dollari. Gli Usa sono disposti a stanziare 780 milioni dollari per lo stesso fine.
Per essere efficace la lotta all’oppio in Afghanistan ha bisogno di: maggiore sicurezza nel Paese, Stato di diritto e valide alternative economiche alle coltivazioni illegali. Ai circa 2,3 milioni di contadini che lo coltivano, l’oppio garantisce guadagni 10 volte superiori alle tradizionali coltivazioni di cereali.
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