26/05/2005, 00.00
CINA – UZBEKISTAN
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Le autorità cinesi tributano una calda accoglienza a Karimov

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il presidente uzbeko Islam Karimov, criticato dall'Onu e da nazioni di tutto il mondo per la violenta repressione contro la popolazione, ha trovato grande amicizia fra i leader cinesi. Nella sua prima visita all'estero dopo i massacri di Andijian e Pahktaabad, Karimov  è stato accolto dal presidente cinese Hu Jintao come "un vecchio amico del popolo cinese".

Karimov ha ricevuto grandi onori e la tv statale ha continuato a seguire la visita che durerà fino al 27 maggio. É previsto anche un incontro con il premier Wen Jiabao.

Gli scontri in Uzbekistan tra manifestanti e forze dell'ordine, avvenuti intorno al 18 maggio, hanno prodotto centinaia di morti (169 per il governo, 700 secondo  testimoni oculari).

L'appoggio della Cina al governo uzbeko è totale. Alla vigilia della visita di Karimov, Kong Quan, portavoce del Ministero cinese degli esteri, ha dichiarato: "Quanto accaduto in Uzbekistan di recente è… una questione interna, ma noi sosteniamo con fermezza l'azione del governo uzbeko contro le 3 forze del separatismo, del terrorismo e dell'estremismo… [per] rendere stabile la situazione interna"

La Cina, con Uzbekistan, Russia e altri paesi dell'Asia centrale, fanno parte dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, che vigila sulla sicurezza contro il terrorismo islamico.

Secondo il presidente uzbeko, le proteste delle scorse settimane erano guidate da fondamentalisti islamici che volevano rovesciare il governo. Karimov ha rifiutato una commissione d'inchiesta, espressamente richiesta dall'Onu.

Intanto fonti uzbeke di AsiaNews confermano che le zone degli scontri sono strettamente controllate dal governo; ai giornalisti è proibito andarvi e perfino a Tashkent giungono solo scarse notizie. Le stesse fonti dicono che da tempo è in corso nel paese una diffusa propaganda governativa contro gli islamici fondamentalisti. Il governo cerca ogni modo di controllare l'intera comunità musulmana, che riceve ingenti aiuti dall'estero. "Il vice primo ministro – riferisce la fonte - ha dichiarato che saranno chiuse tutte le comunità islamiche non registrate, in applicazione della legge sulla religione".

Anche gli Stati Uniti hanno preso le distanze dal presidente uzbeko, sebbene siano alleati da lungo tempo: la presenza di basi Usa nel territorio è fondamentale nella guerra contro i talebani e i seguaci di al-Qaeda presenti nel vicino Afghanistan.

Secondo alcuni analisti, da questa visita, Karimov vuole dimostrare che egli è sostenuto dalla Cina, oltre che dalla Russia. Dal canto suo, Pechino ha un'occasione in più per rafforza l'alleanza con l'Uzbekistan nella lotta contro il terrorismo islamico e soprattutto contro gli uighuri dello Xinjiang, la popolazione musulmana turkmena nell'ovest del paese, da tempo ingaggiata in una lotta per l'indipendenza da Pechino. (PB)

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