27/02/2022, 10.10
ECCLESIA IN ASIA
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Le Chiese dell’Asia per la pace in Ucraina

I vescovi giapponesi condannano l'invasione russa ricordando le parole di Giovanni Paolo II a Hiroshima: "Il ricorso alla guerra non è mai inevitabile o insostituibile". Il cardinale di Mumbai Oswald Gracias: "Nelle chiese dell'India preghiamo perché tutti capiscano l'insensatezza della violenza". Anche nelle comunità cattoliche in Cina diffuso l'appello di papa Francesco per la giornata di digiuno e preghiera del 2 marzo. 

Milano (AsiaNews) - Non passa solo dall’Europa la mobilitazione dei cristiani nella preghiera per la pace di fronte alle notizie sempre più drammatiche sull'invasione della Russia in Ucraina. Anche le Chiese cattoliche dell’Asia - continente attraversato tuttora da tanti altri gravi conflitti - hanno subito raccolto l’invito del papa, invitando i fedeli a digiunare e pregare perché si fermino le armi che seminano morte.

Da sempre particolarmente sensibile al tema della pace, la Conferenza episcopale del Giappone è stata tra le prime a prendere posizione appena i carri armati di Mosca sono entrati in Ucraina. In una nota firmata dal vescovo di Sapporo, mons. Bernard Taiji Katsuya - presidente del Consiglio Giustizia e pace - la Chiesa cattolica giapponese ha definito l’invasione russa un atto contrario al diritto internazionale. “Nessun problema può essere risolto davvero con la forza”, ha commentato mons. Taiji Katsuya citando l’appello di pace pronunciato da Giovanni Paolo II il 25 febbraio 1981 a Hiroshima, il luogo simbolo di quella ecatombe nucleare che è tornata a essere evocata in queste ore.

“Di fronte alla calamità creata dall’uomo che è ogni guerra - diceva papa Wojtyla 41 anni fa - dobbiamo affermare e riaffermare, ancora e ancora che il ricorso alla guerra non è inevitabile o insostituibile. L’umanità non è destinata all’autodistruzione. Le divergenze di ideologie, aspirazioni ed esigenze possono e devono essere appianate e risolte con mezzi che non siano la guerra e la violenza. L’umanità è in obbligo verso se stessa di regolare differenze e conflitti attraverso mezzi pacifici”.

Commentando oggi queste parole il vescovo di Sapporo ricorda come l’umanità del XXI secolo si trovi oggi a fronteggiare “problemi molto seri come la pandemia e il cambiamento climatico, che dovrebbe risolvere lavorando insieme” anziché ricorrere alle armi. “Il Consiglio Giustizia e Pace dei cattolici giapponesi - conclude mons. Taiji Katsuya - respinge l’uso della forza. Chiede ai cittadini di tutto il mondo di adoperarsi per fermare nel più breve tempo possibile l’estendersi della guerra e ridurre i danni. Chiediamo in particolare ai governi del mondo di abbandonare la logica della deterrenza da perseguire attraverso alleanze militari e ampliare invece gli sforzi per costruire la pace attraverso il dialogo”.

Anche in India le Chiese cattoliche pregano per la pace in Ucraina. Il cardinale arcivescovo di Mumbai, Oswald Gracias, che è anche presidente della Conferenza episcopale indiana (Cbci) commenta ad AsiaNews in questo video: “È un momento molto triste per il mondo a causa di questo conflitto. Auspichiamo che la pace possa prevalere in tutta l’area mettendo fine all’escalation del conflitto e alla perdita di vite umane. Preghiamo intensamente perché tutti vedano l’insensatezza della violenza e scelgano una via migliore. In tutte le chiese dell’India terremo una speciale preghiera per la pace, perché si fermi questa escalation che ci preoccupa tutti. Abbiamo fede in Dio, a Lui chiediamo che la pace possa essere ristabilita”.

Anche il segretario generale della Cbci, mons. Felix Machado, aggiunge ad AsiaNews: “Il papa ci ha chiamato a pregare e l’intero popolo di Dio sta pregando per la pace. Nel mondo di oggi le guerre non si fermano mai a una sola area. Il nostro cuore è accanto alle persone che stanno soffrendo molto: il Signore abbia misericordia di tutti noi”.

Dal Carmelo di Baroda a Mumbai la priora madre Gemma racconta: “Stiamo pregando per la pace, abbiamo nostri monasteri a Kiev e Kharkiv, dove le nostre consorelle hanno deciso di restare. Le suore di Kharkiv si trovano ad appena 25 minuti dal confine russo. Al momento stanno bene: preghiamo con loro e per loro per la pace”.

Anche il vescovo di Hong Kong, mons. Stephen Chow Sau Yan, ha diffuso un suo messaggio ai fedeli su quanto sta accadendo in Europa: “Le manovre militari e la manipolazione delle potenze politiche - scrive il presule - stanno schiacciando la speranza dell’Ucraina per la pace e la stabilità nella propria terra. Mentre a Hong Kong combattiamo contro la quinta ondata della pandemia da Covid-19, non possiamo ignorare i dolori che un'altra pandemia causata dall’egoismo e da una mentalità egemonica sta infliggendo al mondo. Siamo cittadini del villaggio globale e il nostro benessere è intimamente intrecciato”.

“Offriamo le nostre sincere preghiere - conclude mons. Stephen Chow Sau Yan - per quanti a Hong Kong e in tutto il mondo sono colpiti da queste due pandemie. Per questo, chiediamo al nostro Dio misericordioso di toccare in profondità i cuori di quanti hanno il potere di invertire questa tragica traiettoria per ripristinare la speranza di pace nel mondo. E che un dialogo sincero possa cominciare al più presto tra le parti coinvolte”.

Per la pace in Ucraina in comunione con il papa si prega anche nelle chiese della Cina continentale. Nell’Hebei il sito Xinde - molto letto dai cattolici in tutta la Cina - ha pubblicato in evidenza l’appello di papa Francesco per la giornata di digiuno e preghiera del 2 marzo, mercoledì della Ceneri, rilanciando la versione cinese dell’articolo di AsiaNews sulle parole pronunciate dal pontefice durante l’udienza generale di mercoledì scorso in Vaticano.

(ha collaborato Nirmala Carvalho)

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