Lavori forzati e corruzione per “rieducare” monaci tibetani
di Nirmala Carvalho
Lobsang Dhargye (22 anni), Tsekho (30 anni) e Dorjee (16 anni) avrebbero assistito il giovane monaco Phunsog durante la sua autoimmolazione nel fuoco, il 16 marzo scorso. Intanto, Pechino offre 10mila yuan e un prestito di 50mila yuan ai monaci di Kirti per “cominciare una nuova vita”.
Dharamsala (AsiaNews) – L’Ufficio cinese di pubblica sicurezza della prefettura di Ngaba ha condannato altri tre monaci del monastero di Kirti a 3 anni di “rieducazione” in campi di lavoro. Arrestati il 12 aprile di quest’anno, Lobsang Dhargye, Tsekho e Dorjee sono sospettati di essere coinvolti nella morte di un giovane monaco, Phuntsog, che si è dato fuoco lo scorso 16 marzo. La condanna è avvenuta intorno al 10 settembre scorso, ma solo in questi giorni se ne è avuta notizia.
Dorjee, 16 anni, originario del villaggio di Lhoengtsang, è stato condannato a tre anni di lavori forzati. Tsekho, 30 anni, di Tru-tse, e Lobsang Dhargye, 22 anni di Myeruma, sono stati condannati “solo” a due anni e sei mesi. Lobsang Dhargye è il fratello del monaco Phuntsog, che si è autoimmolato per ricordare le proteste anticinesi del 16 marzo 2008, represse nel sangue dall’esercito cinese che sparò sulla folla disarmata.
Ogni anno all’inizio di settembre i monaci del monastero di Kirti celebrano 15 giorni di festività. Tuttavia, fino ad oggi solo pochi di loro hanno fatto ritorno al monastero, mentre numerosi funzionari cinesi hanno fatto irruzione nel luogo di culto chiedendo ai monaci di identificarsi.
Intanto, le autorità cinesi stanno pianificando nuove sessioni di “rieducazione patriottica” per diminuire in modo significativo la resistenza dei monaci. Inoltre, Pechino prova a stringere la morsa sui monaci tibetani usando l’arma della corruzione: le autorità cinesi infatti hanno promesso 20mila yuan e un prestito di 50mila yuan per aiutare a “cominciare una nuova vita” a chi si allontana volontariamente dal monastero. Al momento, nessun monaco ha rivendicato alcuna ricompensa, né benefici.
Dorjee, 16 anni, originario del villaggio di Lhoengtsang, è stato condannato a tre anni di lavori forzati. Tsekho, 30 anni, di Tru-tse, e Lobsang Dhargye, 22 anni di Myeruma, sono stati condannati “solo” a due anni e sei mesi. Lobsang Dhargye è il fratello del monaco Phuntsog, che si è autoimmolato per ricordare le proteste anticinesi del 16 marzo 2008, represse nel sangue dall’esercito cinese che sparò sulla folla disarmata.
Ogni anno all’inizio di settembre i monaci del monastero di Kirti celebrano 15 giorni di festività. Tuttavia, fino ad oggi solo pochi di loro hanno fatto ritorno al monastero, mentre numerosi funzionari cinesi hanno fatto irruzione nel luogo di culto chiedendo ai monaci di identificarsi.
Intanto, le autorità cinesi stanno pianificando nuove sessioni di “rieducazione patriottica” per diminuire in modo significativo la resistenza dei monaci. Inoltre, Pechino prova a stringere la morsa sui monaci tibetani usando l’arma della corruzione: le autorità cinesi infatti hanno promesso 20mila yuan e un prestito di 50mila yuan per aiutare a “cominciare una nuova vita” a chi si allontana volontariamente dal monastero. Al momento, nessun monaco ha rivendicato alcuna ricompensa, né benefici.
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