12/10/2024, 11.02
MALAYSIA
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Lasciare l'islam che non hanno mai scelto: la battaglia in tribunale degli Orang Asli

di Joseph Masilamany

Un giudice malese ha accolto il ricorso di un piccolo gruppo tribale dello Stato di Pahang, disponendo che il caso sia ascoltato dall'Alta Corte. Sostengono di aver sempre professato una religione tradizioonale animista e di essere stati ingannati per la scarsa conoscenza della lingua malese, in violazione all'Aboriginal Peoples Act.

Kuala Lumpur (AsiaNews) - 137 indigeni Orang Asli del gruppo tribale Bateq Mayah, che sostengono di essere stati convertiti con la forza alla religione islamica, avranno finalmente la possibilità di portare la propria causa in tribunale. Il giudice Datuk S. Nantha Balan, che ha guidato il collegio giudicante, ha rinviato la loro querela all'Alta Corte di Kuantan (la capitale dello Stato di Pahang) per l'udienza, sostenendo che la causa dei ricorrenti deve essere ascoltata perché riguarda accuse molto gravi e scandalose di conversione forzata illegale.

Ha aggiunto che le autorità federali e statali sono libere di depositare le loro memorie difensive entro l'11 novembre, mentre il dibattimento sul caso è prevista per il giorno successivo.
L'anno scorso, l'Alta Corte aveva accolto la richiesta del governo federale e di altri cinque imputati di annullare l'azione civile intentata dalle tribù senza ascoltarne il merito. Nel suo verdetto Nantha Balan ha dichiarato che, nell’interesse della giustizia, l'Alta Corte non avrebbe dovuto respingere per scadenza dei termini la richiesta presentata dai ricorrenti. Presentata il 28 settembre 2022, la causa sosteneva che la conversione illegale e illecita fosse stata effettuata nell'aprile 1993.

Questo caso ha riacceso l'attenzione sugli Orang Asli, un gruppo etnico minoritario che erroneamente associato alla comunità musulmana. Succede anche nei piani governativi e nei censimenti. Queste 137 persone, seguaci di una religione tradizionale animista, hanno intentato la causa per ripristinare la loro identità originaria di non musulmani. Secondo gli avvocati incaricati della loro tutela legale, la conversione è stata estorta sulla base della loro incomprensione della lingua malese.

Solo anni dopo si sono resi conto che il loro status violava l'Aboriginal Peoples Act del 1954, che mira a proteggere le loro tradizioni e a tutelare le popolazioni indigene dallo sfruttamento e dalla discriminazione.

La loro situazione è venuta alla luce dopo l'intervento dell'avvocato degli Orang Asli e attivista per i diritti umani Siti Kasim (nella foto). Parlando con i media dopo il procedimento, ha dichiarato: “Mi hanno contattato più di 10 anni fa per la loro situazione. Anche dopo che l’anno scorso l’Alta Corte aveva accolto la richiesta del governo federale, non si sono arresi. Alla fine abbiamo coinvolto anche altri avvocati per aiutarli. Sono decisi nella battaglia per ottenere ciò che vogliono: lasciare una religione che non hanno mai voluto e non hanno mai praticato”.

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