15/12/2024, 11.56
ECCLESIA IN ASIA
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L'arcivescovo di Imphal: 'Dio non ha dimenticato il Manipur'

di Nirmala Carvalho

Il messaggio di Natale di mons. Linus Neli ai fedeli dello Stato indiano scosso dalle violenze. Portiamo sprazzi della pace di Dio al mondo che ci circonda. Ieri intanto a Imphal e in tante altre città dell'India si sono tenute preghiere interreligiose a suffragio dei morti e per la riconciliazione

Imphal (AsiaNews) - “L’amore di Dio è senza limiti” e anche oggi si fa presente nel mondo “nella forma più umile, non come un potente sovrano, ma come un neonato vulnerabile, nato in una povera e umile stalla”. Lo ricorda nel suo messaggio di Natale diffuso in queste ore mons. Linus Neli, l’arcivescovo di Imphal, capitale di quello Stato indiano del Manipur da ormai quasi due anni scosso dalle violenze etniche che hanno provocato centinaia di morti e che ancora nelle scorse settimane hanno vissuto nuove giornate sanguinose.

“Le promesse di Dio – scrive alla sua comunità sofferente il vescovo del Manipur - non finiscono con la nascita di Gesù. La Scrittura indica un tempo in cui il Suo regno sarà pienamente realizzato. La visione di Isaia del regno messianico dipinge un quadro di pace perfetta, dove non ci saranno più guerre, né sofferenze, né morte. Questa è la speranza a cui noi, come credenti, ci aggrappiamo; Dio metterà ogni cosa a posto”.

“Mentre ci guardiamo intorno – continua il presule - ci troviamo di fronte alle dure realtà di un mondo in rovina: guerre, conflitti, sofferenze, divisioni e disordini. Questi problemi persistono in ogni angolo della Terra, persino nel nostro Stato e nelle nostre comunità. È facile sentirsi sopraffatti, scoraggiati e persino abbandonati da Dio. Ma, in mezzo a questi problemi, siamo chiamati a ricordare che Dio non ci ha dimenticati. E il Natale ci ricorda ancora una volta la buona novella dell'impegno di Dio salvatore nei confronti del Suo piano divino per l'umanità, un piano che alla fine porterà guarigione, riconciliazione e perdono”.

“Siamo anche chiamati a vivere come membri della famiglia di Dio (cfr. Ef 2,19; Rm), portando sprazzi della pace di Dio al mondo che ci circonda – esorta l’arcivescovo di Imphal -. Ogni atto d'amore, ogni parola di grazia, ogni momento di riconciliazione è una testimonianza della promessa che un giorno tutta la terra sarà piena della sua gloria e della sua pace (cfr. Nm 14,20-21)”.

“È giunto il momento per noi - conclude mons. Neli - di accogliere nuovamente Gesù Cristo, il Principe della Pace, celebrare la pace nella terra di Manipur che ha sofferto violenza e disordini per molti anni, in particolare in questo tempo di incertezza su ciò che il futuro ci riserva. Accogliamo il dono della pace divina che il mondo non può dare e facciamoci portatori di questa pace, speranza e amore”. 

Ieri, intanto, preghiere interreligiose, meditazioni, espressioni di lutto e solidarietà, canti di pace, dipinti e appelli alla normalità e alla pace, sono stati gli ingredienti dell’iniziativa di “Lutto e perdono per il Manipur”, che ha visto a Imphal e in tante altre città dell’India persone di religioni diverse insieme per lanciare un messaggio di pace. L’iniziativa è stata promossa dal COVA network, un folto gruppo di organizzazioni indiane che lavorano per l’armonia tra le comunità religiose, la pace e la giustizia sociale.

A Imphal, la capitale del Manipur, oltre cento persone si sono riunite in rappresentanza delle cinque principali religioni: buddhista, cristiani, indù, musulmani e jainisti. Hanno pregato insieme per tutte le preziose vite perse in questo conflitto ed esprimere la loro preoccupazione e solidarietà per il dolore e le sofferenze dei sopravvissuti. È stato dato vita anche a un Fondo per la pace nel Manipur, con l’invitio a donare almeno una rupia al giorno per l'educazione delle giovani generazioni alla costruzione della pace e alla soluzione dei conflitti.

Programmi simili sono stati organizzati anche a Ranipur (Madhya Pradesh), Tinsukia (Assam), Raipur (Chattisgarh), Khordha (Orissa), Madurai (Tamil Nadu), Dhubri (Assam), Sheopur (Madhya Pradesh), Gwalior (Madhya Pradesh), Bahraich (Uttar Pradesh) e nelle città di Jabalpur, New Delhi e Hyderabad.

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