16/07/2016, 08.35
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Laos, cresce il numero delle donne sfruttate per il traffico di stupefacenti

Per i signori della droga esse si mescolano con più facilità nella folla e passano inosservate ai controlli. Solo nella provincia centrale di Bolikhamsay la polizia ha fermato un centinaio di corrieri al femminile. Fra queste vi erano anche donne incinte. L’età varia dai 30 ai 50 anni. Aumenta anche il numero di laotiane presenti nelle carceri thai, più del doppio rispetto a birmane e cambogiane.

 

Vientiane (AsiaNews) - In Laos sempre più donne vengono sfruttate per il traffico di stupefacenti perché, secondo i signori della droga, si mescolano con maggiore facilità nella folla e passano inosservate ai controlli rispetto agli uomini. Ad oggi non vi sono ancora cifre ufficiali, ma secondo alti funzionari della polizia di Vientiane interpellati da Radio Free Asia (Rfa) vi è un “forte aumento” di arresti fra le donne per reati legati al narcotraffico, in particolare di anfetamine.

Solo nella provincia centrale di Bolikhamsay la polizia ha arrestato un centinaio di donne per possesso e traffico di stupefacenti. “Le donne si trasformano in corrieri - afferma una fonte, dietro anonimato - perché sembrano andare per i fatti propri, passando il più delle volte inosservate”. Non solo corrieri, aggiunge la fonte di polizia, ma fra le persone fermate vi era un “numero cospicuo di rivenditrici e di spacciatrici”.

Pur crescendo in maniera progressiva in questi ultimi anni, il fenomeno è passato quasi silenzio fino a poco tempo fa. La maggior parte delle donne arrestate ha un’età compresa fra i 30 e i 50 anni e proviene dalle aree abitate dalle minoranze etniche. Al momento del fermo molte di loro erano anche incinte. “Per molte donne - prosegue il funzionario - è difficile stare lontane dal traffico illegale, perché provengono da famiglie povere, e spesso vengono sfruttate”.

Al contempo si registra una crescita esponenziale di arresti in Thailandia di donne di origine laotiana: secondo dati recenti il numero di prigioniere del Laos nelle prigioni thai è di 1352; un dato superiore ad altre nazioni dell’area, considerando che le detenute birmane sono 581 e quelle cambogiane 552.

Il Laos è compreso all’interno del cosiddetto “Triangolo d’oro”, la terra di nessuno al confine con Myanmar e Thailandia dedita alla coltivazione di droga; l’area resta ancora oggi la fonte principale di produzione di eroina e metanfetamina, immesse poi nel mercato asiatico. Essa rappresenta inoltre la seconda area del continente per importanza e dimensione (circa 350mila km2) della produzione di oppio, dopo la mezzaluna d’oro in Afghanistan.

Per contrastare il fenomeno del narcotraffico, il Primo Ministro del Laos Thongloun Sisoulith ha promosso di recente una campagna di sensibilizzazione, in cui invita i concittadini a combattere contro l’uso e lo spaccio di droga.

A giugno il premier ha dato di persona alle fiamme un cumulo di droga sequestrato dalle autorità; si trattava di un carico di 4,3 milioni di anfetamine, cannabis e metanfetamine, oltre ad altre droghe sintetiche. Egli ha definito il traffico “un ostacolo allo sviluppo sociale ed economico” della nazione, oltre che una risorsa importante “per il crimine e la corruzione”.

 

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