L'amore del papa farà sbocciare "una primavera per la chiesa in Cina"
Dalla voce dei cinesi presenti in piazza san Pietro la predilezione di Giovanni Paolo II per il gigante asiatico e l'amore dei cinesi per il papa. Nonostante la chiusura di Pechino.
Roma (AsiaNews) - "Il mio più grande dispiacere è che il papa non sia potuto venire in Cina". A parlare è don Giovanni Battista Tong, sacerdote di Xinjiang, in Cina, appena uscito dalla basilica di san Pietro dove ha dato l'ultimo saluto al papa.
"Il papa aveva nel cuore la Cina, ma non ha potuto andarci" continua don Tong. "Lo ha detto lui stesso più volte: la prima intenzione nella mia preghiera del mattino è per la Cina". Alla chiesa e ai cattolici di Cina Giovanni Paolo II lascia "un grande sostegno e una grande fiducia, perché egli non ci ha mai lasciati soli. Ha sfruttato tutte le occasioni per mantenere i contatti" con il governo cinese, che però ha sempre rifiutato. "Per il futuro noi abbiamo fede e speranza" afferma padre Tong. "Dobbiamo solo pregare per i nostri governanti".
Il grande affetto dei cattolici cinesi per Giovanni Paolo II è confermato anche da un seminarista della chiesa sotterranea proveniente dalla Cina centrale, che ha mantenuto l'anonimato per ragioni di sicurezza. "Tutte le parrocchie hanno celebrato una messa per il pontefice. Nel cuore dei cattolici cinesi vi sono gli stessi sentimenti di tutti i fedeli del mondo" afferma il seminarista ad AsiaNews. "In Cina i cristiani piangono per il papa e sperano che il successore di Giovanni Paolo II possa visitare la Cina". Ma si tratta di una speranza che cozza contro un muro che sembra insormontabile: "Il principale problema è il governo cinese". "I cattolici di Cina" afferma il seminarista "pregano e pregheranno sempre ogni giorno per il Pontefice, perché possa visitare il nostro paese".
Un uomo passa con "Alzatevi, andiamo" sotto mano, il racconto dei 50 anni di episcopato di Karol Wojtyla; l'uomo viene dal sud della Cina, ma non può rivelare né il suo nome e neppure la città da dove proviene. Dice che "è qui per salutare, per l'ultima volta, Giovanni Paolo II, il papa che ha cercato di creare un rapporto con la Cina continentale, ma non ci è riuscito. Però, con il suo aiuto dal cielo e con la grazia di Dio, sono convinto che il suo successore ce la farà".
Per quanto riguarda l'eredità lasciata dal pontefice, il cattolico cinese afferma che "senza dubbio, il suo modo di testimoniare Cristo ha suscitato rispetto in tutte le comunità cinesi, non solo in quelle cattoliche". "Un altro fattore importante aggiunge subito è stata la sua familiarità: in Cina lo hanno sentito vicino, come uomo e come capo della Chiesa. Nel futuro il suo esempio sarà una primavera per la chiesa della Cina".
L'uomo conclude dicendo che "come questa folla, anche io sono commosso dalla sua testimonianza. Leggendo questo libro, voglio sapere di più della sua vita". (VFP-LF)