Laici cattolici impegnati nell’aiuto agli altri: una missione nell’estremo est indonesiano
di Mathias Hariyadi
Il Kbkk, un gruppo laico caritativo e umanitario ha compiuto due settimane di missione fra i nativi della diocesi di Agats-Timika, una delle più remote e povere del Paese. Gratitudine anche per l’opera di assistenza medica.
Jakarta (AsiaNews) – Un gruppo laico di aiuto umanitario e di assistenza cattolico, il Kelompok Bakti Kasih Kemanusiaan (Kbkk), ha compiuto a ottobre una missione di due settimane fra le popolazioni native di Agats, nella parte più orientale dell’Indonesia. 24 laici, con esperienze professionali diverse, hanno deciso di impegnarsi per un lavoro pastorale e umanitario in una delle diocesi più remote e neglette, quella di Agats-Timika. Ci vogliono nove ore di aereo da Jakarta, oltre a un’ora in un piccolo battello per raggiungere la destinazione.
Il capo missione era una donna, Ingrid Barata. Parlando ad AsiaNews, Barata ha spiegato che del gruppo facevano parte persone provenienti da diverse province. Il viaggio ad Agats è stato pieno di tensione, e non senza preoccupazione, Timika, la città più vicina ad Agats, di cui costituisce l’unico accesso, è stata turbata da disordini massicci e manifestazioni da parte dei minatori impiegati dalla Freeport. Sconosciuti hanno aperto il fuoco sulla folla, uccidendo varie persone. “Siamo stati trattenuti per questioni di sicurezza in aeroporto fino a quando la situazione non è stata più tranquilla, e poi ci hanno portato con piccoli aerei a destinazione” ha dichiarato l’ex gesuita Abdi Susanto, che ha partecipato alla missione.
La situazione però è rimasta tesa per disordini politici sia Timika che a Jayapura; il gruppo è stato costretto a dividersi, con stop in diversi aeroporti per ragioni di sicurezza e mancanza di carburante.
Alla fine tutti e 24 sono giunti nella zona della missione, nel cuore della foresta di Papua. I nativi conducono una vita di estrema semplicità; pesca, caccia e raccolta della frutta sono i principali mezzi di sussistenza. Il territorio è paludoso, e non c’è acqua potabile; grandi vasche raccolgono l’acqua piovana. La missione umanitaria nella diocesi si è focalizzata in quattro punti diversi, ben lontani da Agats. “Sono necessarie almeno tre o quattro ore di navigazione su piccoli battelli per raggiungere la destinazione”, ha raccontato ad AsiaNews Suparman Surjadi, di Bogor.
Dopo due settimane di lavoro, nel corso delle quali sono stati distribuiti generi di prima necessità ai nativi, e sono stati assicurati servizi sanitari e medici, il vescovo di Agats-Timika, mons. Aloysius Murwito Ofm ha elogiato l’organizzazione: “ Grazie a Dio perché la Chiesa in Indonesia ha il Kbkk con il suo forte impegno al servizio degli altri”. Fino ad oggi, il Kbkk ha compiuto missioni in 24 diocesi indonesiani e ha offerto il suo aiuto nelle zone colpite dai disastri naturali.
Il capo missione era una donna, Ingrid Barata. Parlando ad AsiaNews, Barata ha spiegato che del gruppo facevano parte persone provenienti da diverse province. Il viaggio ad Agats è stato pieno di tensione, e non senza preoccupazione, Timika, la città più vicina ad Agats, di cui costituisce l’unico accesso, è stata turbata da disordini massicci e manifestazioni da parte dei minatori impiegati dalla Freeport. Sconosciuti hanno aperto il fuoco sulla folla, uccidendo varie persone. “Siamo stati trattenuti per questioni di sicurezza in aeroporto fino a quando la situazione non è stata più tranquilla, e poi ci hanno portato con piccoli aerei a destinazione” ha dichiarato l’ex gesuita Abdi Susanto, che ha partecipato alla missione.
La situazione però è rimasta tesa per disordini politici sia Timika che a Jayapura; il gruppo è stato costretto a dividersi, con stop in diversi aeroporti per ragioni di sicurezza e mancanza di carburante.
Alla fine tutti e 24 sono giunti nella zona della missione, nel cuore della foresta di Papua. I nativi conducono una vita di estrema semplicità; pesca, caccia e raccolta della frutta sono i principali mezzi di sussistenza. Il territorio è paludoso, e non c’è acqua potabile; grandi vasche raccolgono l’acqua piovana. La missione umanitaria nella diocesi si è focalizzata in quattro punti diversi, ben lontani da Agats. “Sono necessarie almeno tre o quattro ore di navigazione su piccoli battelli per raggiungere la destinazione”, ha raccontato ad AsiaNews Suparman Surjadi, di Bogor.
Dopo due settimane di lavoro, nel corso delle quali sono stati distribuiti generi di prima necessità ai nativi, e sono stati assicurati servizi sanitari e medici, il vescovo di Agats-Timika, mons. Aloysius Murwito Ofm ha elogiato l’organizzazione: “ Grazie a Dio perché la Chiesa in Indonesia ha il Kbkk con il suo forte impegno al servizio degli altri”. Fino ad oggi, il Kbkk ha compiuto missioni in 24 diocesi indonesiani e ha offerto il suo aiuto nelle zone colpite dai disastri naturali.
Vedi anche