Lahore: stretta all'aeroporto, fermate 2.500 persone contro la migrazione irregolare
Le autorità della Federal Investigation Agency hanno intensificato i controlli anche all'interno della stessa agenzia per combattere la corruzione e il favoreggiamento. Secondo gli esperti, però, è improbabile che le misure repressive possano ridurre il flusso migratorio. A livello economico il Paese continua a mostrare gravi segni di instabilità.
Islamabad (AsiaNews) – Le autorità pakistane hanno intensificato i controlli negli aeroporti per contrastare l’emigrazione irregolare, in risposta al crescente numero di naufragi nel Mediterraneo. Solo nell’ultimo mese, all’aeroporto di Lahore, sono stati fermati 2.500 passeggeri in possesso di “documenti falsi, sospetti o incompleti”, ha dichiarato ieri un portavoce della Federal Investigation Agency (FIA) del Pakistan. Complessivamente, nel 2024 le persone fermate prima di partire erano state 8.812.
Le autorità hanno inoltre bloccato l’imbarco di passeggeri con documenti in regola ma diretti verso Paesi identificati come tappe intermedie per raggiungere l’Europa, tra cui Arabia Saudita, Azerbaigian, Iran, Iraq, Malesia, Senegal, Etiopia, Mauritania, Turchia, Qatar, Kuwait, Kirghizistan, Kenya, Egitto e Libia. “È in corso una revisione completa dei registri di viaggio dei passeggeri”, hanno precisato le autorità, aggiungendo che le persone arrestate sono state trasferite al Centro anti-tratta di Lahore per ulteriori indagini.
“Le operazioni contro le reti di trafficanti di esseri umani sono state intensificate, poiché la FIA mantiene una politica di tolleranza zero contro questo terribile crimine”, ha dichiarato Sarfraz Khan Virk, capo dell'agenzia a Lahore.
Lo scorso dicembre, dopo il naufragio di un’imbarcazione al largo delle coste della Grecia in cui erano morti più di 80 pakistani, il primo ministro Shehbaz Sharif aveva lanciato un appello per fermare il traffico di esseri umani, varando anche una serie di misure per combattere la corruzione e il favoreggiamento all’interno delle stesse agenzie. A seguito della tragedia, alcuni funzionari della FIA sono stati arrestati con l’accusa di aver condotto controlli inadeguati all’aeroporto di Faisalabad, da cui erano partite alcune delle persone poi morte in mare. Le indagini hanno portato a 65 funzionari inseriti in una lista nera, 13 licenziamenti e tre blocchi di promozioni.
Ma secondo gli esperti, le misure repressive non sono sufficienti a ridurre il flusso di migranti intenzionati a lasciare il Pakistan che, spesso, contrariamente a quanto si possa pensare, provengono dalle aree benestanti del Paese. Chi parte lo fa perché vede i miglioramenti economici delle famiglie di chi ha raggiunto l'Europa.
Un’inchiesta del quotidiano Dawn ha evidenziato un aumento significativo delle partenze negli ultimi anni, nonostante i tentativi del governo di dissuadere i migranti. Anche le morti in mare sono in forte crescita: solo nel 2024 sono morti 2.200 pakistani, di cui 1.700 lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Il costo medio per raggiungere l’Europa si aggira intorno ai 12.000 dollari a persona (pari a 3,3 milioni di rupie pakistane), facendo presuppore un giro d’affari complessivo di circa 285 milioni di dollari.
Sul piano economico, però, il Pakistan continua a mostrare segnali di instabilità. Nei giorni scorsi, l’agenzia di rating Fitch ha avvertito che nel 2025 il Paese avrà ancora un forte bisogno di finanziamenti esterni, nonostante alcuni progressi recenti a livello finanziario. Il Pakistan dovrà rimborsare oltre 22 miliardi di dollari di debito estero, una cifra che rende necessarie riforme strutturali per migliorare il contesto fiscale e imprenditoriale, come richiesto dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), che ha accettao di fornire un prestito da 7 miliardi di dollari per rafforzare le riserve valutarie del Paese. A tal fine, ieri l’istituto di credito ha annunciato l’invio di una delegazione entro la fine di marzo per valutare i progressi del Pakistan nella lotta alla corruzione e nel miglioramento della governance.