Lahore: Commissione Usa chiede liberazione di un cristiano accusato di blasfemia
Nadeem Samson è in prigione dal 2017. Domani una nuova udienza per la sua eventuale scarcerazione. Per rendere credibili le imputazioni, gli accusatori del fedele cristiano hanno creato un suo falso profilo Facebook.
Lahore (AsiaNews) - Domani la Corte suprema del Pakistan potrebbe decidere di rilasciare su cauzione il cristiano Nadeem Samson, un erborista accusato di blasfemia nel 2017 e da quel momento in carcere. A chiederne il rilascio senza condizioni è stata nei giorni scorsi Anurima Bhargava, della Commissione Usa sulla libertà religiosa internazionale (Uscirf), rivolgendosi direttamente al governo pakistano.
Samson è stato ingiustamente accusato di blasfemia e poi incarcerato dopo una disputa sul pagamento di una cauzione d’affitto: secondo gli accordi, Nadeem avrebbe versato al proprietario dell’abitazione, Sakhawat Dogar, 4mila dollari (oltre 3.500 euro) per restare un anno e mezzo in una casa nella zona di Match Factory a Shahdara, vicino a Lahore. Quando nel 2017 il fedele cristiano ha dato la disdetta e chiesto i soldi indietro, Dogar si è rifiutato di restituire la cauzione come da accordi e ha accusato Sanson di blasfemia.
Per rendere credibili le accuse, il musulmano ha contattato il cugino di Nadeem, Abdul Huq, che lavora come informatore della polizia e che era riuscito a inscenare un falso caso di rapimento per far incarcerare una prima volta Sanson 18 anni fa.
Abdul Huq ha creato un falso account Facebook utilizzando il numero di telefono del cugino recuperato dal sito internet della sua erboristeria. A quel punto, fingendosi Nadeem, Abdul Huq ha scritto una serie di messaggi che insultavano l’islam e il profeta Maometto. In seguito la polizia ha fatto irruzione in casa di Nadeem, l’hanno ammanettato e hanno collegato il finto account Facebook al suo cellulare e al suo portatile. Poi l’hanno torturato per fargli confessare di aver scritto lui i messaggi blasfemi sui social. Pochi giorni dopo, in combutta con la polizia, Sakhawat Dogar e un gruppo di musulmani locali hanno bruciato gli averi di Nadeem, tra cui i documenti dell’accordo di affitto e la prova di pagamento.
Il cristiano è stato incarcerato il 29 novembre 2017, quattro giorni dopo la presentazione di un primo rapporto informativo nei suoi confronti. Nel lasso di tempo è stato ripetutamente picchiato e torturato, al punto che quando è entrato in prigione era in condizioni di salute critiche.
In previsione del Natale i familiari di Nadeem sperano che con l’udienza di domani venga rilasciato. Per timore di ritorsioni e minacce, i parenti cristiani si stanno nascondendo o si sono trasferiti in altri Paesi.
28/06/2016 11:10