Lahore, imam e sacerdoti guidano una veglia per le vittime di Pasqua
Riuniti al Centro per la pace dei domenicani, i religiosi hanno sottolineato la matrice terrorista e non religiosa dell’attentato. Le vittime sono 76, di cui 17 cristiani. L’importanza di rimanere uniti: “Queste violenze cercano di innescare nuovi scontri interreligiosi, ma noi possiamo fermarle. Non abbiamo paura di loro”.
Lahore (AsiaNews) – Religiosi musulmani e cattolici, insieme, si sono riuniti per guidare una veglia interreligiosa di preghiera in memoria delle 76 vittime dell’attentato di Pasqua. Hafiz Muhammad Nauman, del Consiglio mondiale delle religioni, ha detto ai presenti: “Ogni volta che il terrore colpisce la nazione ci accusiamo a vicenda. Ma un musulmano che si unisce a un gruppo estremista non è più un uomo di fede. I fondamentalisti sono il nostro nemico comune: la loro religione è il terrorismo, non l’islam. E quando uccidono non distinguono fra musulmani e cristiani”.
La veglia si è svolta il 2 aprile al Centro per la pace gestito dai domenicani di Lahore. Insieme a Nauman sono intervenuti diversi altri religiosi, cristiani e musulmani. Tutti hanno reso omaggio alle vittime dell’attentato suicida del 27 marzo, che secondo gli autori voleva colpire i cristiani riuniti in un parco per festeggiare la Pasqua. Dopo aver letto brani dalla Bibbia e dal Corano, sono stati recitati molti salmi. In conclusione, i partecipanti hanno acceso delle candele in memoria dei defunti.
Un docente musulmano punta il dito contro l’ignoranza di coloro che infettano le menti dei giovani con il fanatismo: “La religione ha lo scopo di spingere l’uomo al bene, non deve essere usata per uccidere. Gesù è il Principe della pace, e l’islam insegna la fratellanza degli esseri umani”.
Secondo fonti cattoliche, nell’attacco sono morti 17 cristiani su 76 vittime totali. Alcuni sono ancora in ospedale, in condizioni critiche. Il direttore del Centro, p. James Channan, ha letto i nomi delle vittime e chiesto un risarcimento per le famiglie.
L’attacco, ha sottolineato, “è una cospirazione tesa a provocare nuove lotte settarie nella nostra nazione. Ma i leader religiosi sono uniti contro il terrorismo. È arrivato il momento di agire e di farci sentire. Manifestazioni interreligiose, pubbliche e partecipate, possono scoraggiare questi militanti. Noi non abbiamo paura di loro”. Il sacerdote ha poi voluto ringraziare gli imam presenti per aver osservato una giornata di preghiera in memoria delle vittime in tutte le moschee del Paese. I religiosi islamici hanno poi annunciato per il prossimo venerdì (8 aprile) una Giornata della tolleranza.