Lahore, cristiani e indù contro il "fascismo religioso" delle conversioni forzate all'islam
Lahore (AsiaNews) - "Molte ragazze indù sono state rapite di notte dalle loro case e obbligate a convertirsi all'islam. Di solito alla loro conversione segue la firma di un contratto matrimoniale (nikahnama) con un musulmano, che rafforza la posizione dei rapitori. Questi infatti rivendicano sempre la 'totale libertà' della conversione. Non possiamo stare a guardare": è quanto dichiara ad AsiaNews Dilip Kumar, un attivista indù. Ieri, insieme a decine di altri indù e cristiani e a rappresentanti di ong per i diritti umani, Dilip ha partecipato a una manifestazione per denunciare le conversioni forzate di ragazze e ragazzi e la lentezza con cui il governo risponde a questo problema, definito "fascismo religioso".
P. John Mall, della diocesi di Lahore ricorda che "quando ragazze indù o cristiane vengono rapite, nella maggior parte dei casi finiscono poi per essere vendute come prostitute e schiave del sesso. Sta crescendo un vero e proprio mercato odioso e le autorità continuano a chiudere gli occhi per non vedere". P. Mall ricorda il caso di Rinkle Kumari (v. foto), rapita, convertita e costretta a sposare un musulmano (v.: 28/03/2012 Ragazza indù alla Corte suprema: meglio morta, che convertita a forza all'islam). "Alla corte lei ha gridato: Piuttosto uccidetemi qui, ma non mandatemi in prigione o nelle mani della persona che mi ha convertito. E la corte cosa ha fatto? Invece di permetterle di ritornare in famiglia, è stata rinchiusa in prigione per tre settimane per farla riflettere sulla sua conversione all'islam. Col rischio che se dice di essersi convertita, viene spedita al suo formale marito".
Peter Jacob, direttore della Commissione nazionale di Giustizia e pace, dà ad AsiaNews le dimensioni del problema: "negli ultimi cinque anni vi sono stati 400-500 conversioni forzate di cristiani. È qualcosa di orribile: so di giovani del Punjab o del Baluchistan che sono stati sottomessi alla circoncisione forzata. Di questo passo, dove andremo a finire?".
Un altro attivista, Diyal Singh, racconta: "Due mesi fa, una ragazza musulmana ha fatto amicizia con tre ragazzi indù. La sua famiglia è riuscita a far arrestare i tre ragazzi e ha ucciso i genitori indù. Tutto questo è barbarie".
I dimostranti hanno anche scandito slogan contro il capo della polizia di Lahore, da poco apparso in corte sul caso legato alla distruzione dell'edificio di Gosh-e-Aman (v.: 17/02/2012 Lahore: per il tribunale niente blasfemia nella demolizione dell'istituto cattolico ). Una delle vittime, la cristiana Zenobia Richard, ha presentato denuncia per "blasfemia" contro di lui per aver dissacrato bibbie, una statua della Madonna e rosari. La corte ha chiesto all'ufficiale di presentare un rapporto sull'incidente entro tre settimane.