Lahore, cattolici accusano parlamentari del Punjab per la demolizione dell’istituto
di Jibran Khan
Questa mattina una folla si è riunita nei pressi del Circolo della stampa. Dietro l’abbattimento vi sarebbero interessi di membri del locale Parlamento e il progetto di costruire un college. Ignorate le direttive del tribunale. Due video pubblicati su YouTube documentano le proteste di ieri per le vie della città.
Lahore (AsiaNews) – Continuano le proteste dei cattolici a Lahore, per la demolizione di un edificio di proprietà della Chiesa e il sequestro dei terreni nell’area circostante avvenuto il 10 gennaio per mano delle autorità del Punjab. Questa mattina alle 10 una folla si è radunata nei pressi del Circolo della stampa cittadino, lanciando slogan e canti contro quello che definiscono un abuso del governo locale contro l’ex istituto e centro di accoglienza – ormai distrutto – “Gosha-e-Aman”, situato in Allama Iqbal Road, nel quartiere di Garhi Shahu, gestito da Caritas Pakistan e dalla Lahore Charitable Association. Ordinando l’abbattimento dell’edificio e l’esproprio dei terreni, i funzionari hanno ignorato di proposito una direttiva del tribunale che si era riservata un margine di tempo per decidere sulla proprietà della struttura e dell’area al centro di una controversia.
I manifestanti puntano il dito contro Kamran Micheal, ministro dell’Assemblea provinciale del Punjab, per il suo coinvolgimento nella demolizione. Egli avrebbe tramato a favore di Ayaz Sadiq, membro del Parlamento locale, aiutandolo nel progetto di demolire l’istituto cattolico per costruire, al suo posto, un college. Essi chiedono azioni immediate nei confronti dei protagonisti della vicenda, colpevoli di aver ignorato le direttive dell’Alta corte di Lahore.
Un funzionario dell’Autorità locale per lo sviluppo (Lda), in condizioni di anonimato, riferisce che “stiamo seguendo ordini impartiti dal governo del Punjab: un alto ufficiale ha disposto la demolizione della Gosha-e-Aman e noi faremo in modo che esso sia rispettato”. Pronta la risposta dei rappresentanti cattolici, che in un prossimo incontro valuteranno “tutte le alternative possibili” per risolvere la controversia. Essi lanciano accuse contro il governo locale che “non difende le minoranze” e non risparmiano critiche ai politici cristiani che diventano “parte del sistema” e non tutelano più gli interessi dei loro cittadini.
L’istituto “Gosha-e-Aman”, fondato nel 1887, è circondato da due acri di terreno, per un valore complessivo di miliardi di rupie. Al suo interno vi erano una casa di accoglienza per anziani, una scuola per ragazze, un convento e una cappella per la preghiera. La controversia relativa al possesso dell’edificio e dell’area circostante era da tempo al centro di una vertenza legale, tuttora pendente presso l’Alta corte di Lahore, sebbene la Chiesa possegga tutta la documentazione. Pare che a innescare la vicenda sia stata una donna che in passato ha cercato ospitalità presso il centro. Dopo qualche tempo, essa si è convertita all’islam e ha rivendicato il diritto di proprietà sulle due stanze da lei occupate.
Intanto la comunità cristiana pakistana e i membri della Commissione nazionale di Giustizia e Pace della Chiesa cattolica hanno diffuso in rete le immagini delle proteste di piazza tenute ieri per le vie di Lahore. In due diversi video diffusi su YouTube si vedono le macerie dell’istituto demolito e canti e slogan di una manifestazione pacifica che non ha fatto registrare incidenti.
Clicca qui per vedere il primo video:
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I manifestanti puntano il dito contro Kamran Micheal, ministro dell’Assemblea provinciale del Punjab, per il suo coinvolgimento nella demolizione. Egli avrebbe tramato a favore di Ayaz Sadiq, membro del Parlamento locale, aiutandolo nel progetto di demolire l’istituto cattolico per costruire, al suo posto, un college. Essi chiedono azioni immediate nei confronti dei protagonisti della vicenda, colpevoli di aver ignorato le direttive dell’Alta corte di Lahore.
Un funzionario dell’Autorità locale per lo sviluppo (Lda), in condizioni di anonimato, riferisce che “stiamo seguendo ordini impartiti dal governo del Punjab: un alto ufficiale ha disposto la demolizione della Gosha-e-Aman e noi faremo in modo che esso sia rispettato”. Pronta la risposta dei rappresentanti cattolici, che in un prossimo incontro valuteranno “tutte le alternative possibili” per risolvere la controversia. Essi lanciano accuse contro il governo locale che “non difende le minoranze” e non risparmiano critiche ai politici cristiani che diventano “parte del sistema” e non tutelano più gli interessi dei loro cittadini.
L’istituto “Gosha-e-Aman”, fondato nel 1887, è circondato da due acri di terreno, per un valore complessivo di miliardi di rupie. Al suo interno vi erano una casa di accoglienza per anziani, una scuola per ragazze, un convento e una cappella per la preghiera. La controversia relativa al possesso dell’edificio e dell’area circostante era da tempo al centro di una vertenza legale, tuttora pendente presso l’Alta corte di Lahore, sebbene la Chiesa possegga tutta la documentazione. Pare che a innescare la vicenda sia stata una donna che in passato ha cercato ospitalità presso il centro. Dopo qualche tempo, essa si è convertita all’islam e ha rivendicato il diritto di proprietà sulle due stanze da lei occupate.
Intanto la comunità cristiana pakistana e i membri della Commissione nazionale di Giustizia e Pace della Chiesa cattolica hanno diffuso in rete le immagini delle proteste di piazza tenute ieri per le vie di Lahore. In due diversi video diffusi su YouTube si vedono le macerie dell’istituto demolito e canti e slogan di una manifestazione pacifica che non ha fatto registrare incidenti.
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