Lahore, caravan per la tolleranza. Un altro attentato contro funzionari del censimento
Il caravan toccherà varie città in tutto il Pakistan. L’iniziativa è del Rwadari Tehreek Movement e vede la partecipazione di attivisti di varie confessioni religiose. Vuole creare la pace promuovendo il rispetto della diversità. Nell’attentato contro il gruppo di funzionari, morti anche quattro poliziotti della scorta.
Lahore (AsiaNews) – Un “caravan per la tolleranza” che toccherà varie città pakistane per promuovere la pace nel Paese. È l’iniziativa lanciata ieri a Lahore dal Rwadari Tehreek Movement (Movimento per la tolleranza e il pluralismo). Nel frattempo oggi nella città si è verificato l’ennesimo attacco suicida che ha colpito un gruppo di funzionari impegnati nella raccolta delle informazioni per il censimento, il primo dopo 19 anni. Nell’attentato sono morte sei persone, tra le quali quattro poliziotti della scorta.
Il progetto del Rwadari Caravan è stato inaugurato al Lahore Press Club, alla presenza di Sheikh Iftikhar Rasool, segretario per l’informazione nel Punjab del Rwadari Tehreek Movement, e Riffat Saud, segretario generale del Movimento a Lahore. Esso vede la partecipazione di attivisti di varie confessioni religiose – provenienti dalle province del Sindh, Punjab, Baluchistan e Khyber Pakhtunkhwa – tutti con l’obiettivo di diffondere la tolleranza religiosa e l’armonia tra le fedi.
Il caravan attraverserà varie città e luoghi di interesse, passando da Faisalabad, Multan, Bahawalpur, Rahim Yar Khan, Sukkur, per il tempio di Sachal Sarmast e per quello di Qalandhar Lal Shahbaz a Sehwan Sharif; poi sarà la volta di Hyderabad e infine l’8 aprile raggiungerà il Rwadari Festival al Consiglio dell’arte a Karachi.
Samson Salamat, presidente del Movimento e principale artefice dell’iniziativa, ha affermato: “Il nostro futuro è strettamente legato alla coesistenza pacifica, che non è possibile se non si adotta e rende popolare la cultura della tolleranza religiosa e il rispetto delle religioni e di tutte le differenze nella nostra società”. L’attivista ha sottolineato che il Pakistan sta attraversando un periodo di “sofferenza a causa di varie forme di violenza, perpetrate soprattutto in nome della religione. Ora basta. Dobbiamo fare ogni sforzo per mettere sotto controllo questa situazione. Vivere in un ambiente pacifico è un nostro diritto”.
Saadia Sohail, membro dell’Assemblea provinciale, aggiunge: “È davvero spiacevole che a due anni dall’approvazione del National Action Plan [contro il terrorismo, ndr] i leader e i membri di gruppi terroristi banditi dal governo organizzino manifestazioni, incontri e altre attività alla luce del sole, minacciando la vita delle persone e pronunciando discorsi carichi di odio”.
Salman Abid, noto scrittore, sostiene che “sforzi simili devono essere implementati in questo momento di bisogno. È un messaggio rivolto a tutte le persone del Pakistan: possiamo portare la pace nella società attraverso la tolleranza religiosa e il rispetto della diversità”.
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