Lahore, attivisti chiedono stop a tortura ed esecuzioni extragiudiziali
Manifestazione promossa dal movimento Rwadari Tehreek dopo alcune morti in carcere o in falsi conflitti a fuoco con la polizia. Il presidente Samson Salamat: "Chiunque sia riconosciuto responsabile di abusi così gravi deve essere portato in giudizio per affrontare un processo in linea con gli standard internazionali".
Lahore (AsiaNews) - Il movimento Rwadari Tehreek ha tenuto ieri una protesta di fronte al Lahore Press Club per chiedere al capo della Corte suprema, al primo ministro, ai governatori e ai capi della polizia delle province del Baluchistan, Khyber Pakhtunkhwa, Punjab e Sindh di adottare misure concrete per fermare l'uso della tortura da parte della polizia, le esecuzioni extragiudiziali e le morti in carcere.
Alla protesta hanno preso parte persone di estrazione diversa che hanno inneggiato slogan contro alcune recenti vicende come l'omicidio di Irfan Jatoi in un falso conflitto a fuoco con la polizia a Sukkur, la morte in carcere dello studente di settima classe Jehanzeb a Peshawar e l'uccisione di due accusati in un altro falso scontro con la polizia di Kanha Nau a Lahore. I manifestanti hanno chiesto un'inchiesta giudiziaria su tutte queste operazioni di polizia, insieme ad azioni severe contro i responsabili.
Rivolgendosi ai manifestanti il presidente di Rwadari Tehreek, Samson Salamat, ha detto: “Siamo molto preoccupati per il numero di accuse di uccisioni extragiudiziali e morti in carcere. Le uccisioni extragiudiziali sono il tipico punto di arrivo di una serie di abusi contro i diritti umani e violazioni delle norme sia nazionali sia internazionali su questo tema. Chiediamo al governo federale, a quelli locali e alle altre amministrazioni interessate di compiere passi immediati per fermare l'uso ripetuto del sequestro o dell'arresto arbitrario, della tortura e delle uccisioni extragiudiziali, oltre ad assicurare che cessi l'uso di falsi conflitti a fuoco per nascondere esecuzioni".
La modalità più efficace, ha aggiunto ancora il presidente di Rwadari Tehreek, è garantire indagini efficaci contro tutte le accuse: "Chiunque sia riconosciuto responsabile di abusi così gravi contro i diritti umani deve essere portato in giudizio per affrontare un processo in linea con gli standard internazionali, garantendo anche la protezione dei testimoni e un adeguato risarcimento”.
Salamat ha ricordato anche che la Costituzione del Pakistan garantisce a tutti i cittadini il diritto a un giusto processo, attraverso procedure indipendenti e trasparenti che devono essere assicurate. Nessun individuo, nessuna istituzione e nessun dipartimento è al di sopra della legge e ciascuno è tenuto a seguire la Costituzione e le leggi nell'adempimento dei propri doveri. Parole ai manifestanti sono state rivolte anche dall'attivista per i diritti umani Saeeda Diep, da Abida Chaudhary del partito Awami Workers e da Muzamil Kakar, presidente del Pashtoon Education Development Movement.
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