Lahore, attentato a un santuario sufi: almeno 9 morti e 24 feriti
Il Data Darbar è il più grande santuario sufi dell’Asia del sud, che accoglie fino a un milione di pellegrini all’anno. Il terrorista suicida ha voluto colpire la pattuglia di polizia che controllava una delle entrate del santuario. P. James Channan: “Un altro triste esempio di terrorismo religioso”. Nel mese di Ramadan moschee e santuari sono affollati di fedeli. Moulana Tahir Ashrafi, presidente del Consiglio degli Ulema del Pakistan ringrazia per i messaggi di solidarietà giunti dai cristiani e dalle altre minoranze religiose.
Lahore (AsiaNews) – Almeno 9 morti e 24 feriti è il primo bilancio di un attacco suicida avvenuto questa mattina alle 8.45 vicino al santuario sufi di Data Darbar. Delle 9 vittime, cinque sono poliziotti. Dopo i soccorsi di emergenza, il santuario è stato isolato. I fedeli sono stati tutti allontanati e per ora esso è chiuso alle visite. Molte strade del centro sono state chiuse e diverse sedi commerciali sono per ora serrate.
Il Data Darbar è il santuario sufi più grande dell’Asia del sud ed è stato costruito per custodire la tomba di Abul Hassan Ali Hujwiri, un mistico musulmano vissuto nell’11mo secolo. Abbellito e ampliato nel periodo Moghul (XVI secolo), poi nell’800 e infine negli anni ’80 del ‘900, esso è meta continua di pellegrinaggi. Ogni anno giungono in visita fino a un milione di pellegrini.
Finora nessun gruppo ha rivendicato l’attacco, che è avvenuto nei primi giorni di Ramadan. Il premier Imran Khan ha condannato le violenze, e ha espresso le sue condoglianze alle famiglie delle vittime.
La polizia crede che l’obbiettivo dell’attacco suicida fossero proprio le forze dell’ordine che controllano 24 ore su 24 il santuario. In una prima ricostruzione, sembra che il terrorista suicida sia andato proprio verso la pattuglia dei poliziotti che controllavano una delle entrate del santuario. Secondo gli artificieri la bomba conteneva almeno sette chili di materiale esplosivo.
P. James Channan, coordinatore regionale della United Religions Initiative Pakistan, paragona il gesto terrorista a Lahore con le esplosioni in Sri Lanka il giorno di Pasqua.
Ad AsiaNews commenta: “Questo è un altro triste esempio di terrorismo religioso. I terroristi stanno facendo di tutto per creare paura fra i fedeli e bloccarli nel vivere le loro pratiche religiose. Questa esplosione nel sacro mese di Ramadan è terribile. In questo mese di digiuno, le moschee e i santuari sono sempre affollati di fedeli. Vogliamo esprimere la nostra solidarietà al governo, alle forze di sicurezza e alle famiglie delle vittime”.
Moulana Tahir Ashrafi, presidente del Consiglio degli Ulema del Pakistan, ha ringraziato per i messaggi di solidarietà giunti dai cristiani e dalle altre minoranze religiose. “Questo – ha detto – è un attacco contro l’umanità, un tentativo di sabotare la pace e la stabilità del nostro Paese. Rimaniamo uniti in questo tempo di lutto. Siamo molto incoraggiati nel vedere che in Nuova Zelanda dei non musulmani vigilano sulle moschee, dopo i devastanti attacchi terroristi. E siamo grati alla polizia di Lahore e al sacrificio delle loro vite, che ha salvato migliaia di fedeli che affollavano il santuario. Noi non temiamo i terroristi: le nostre moschee e santuari rimarranno affollati”.
23/02/2017 12:06