L'accademico cinese scettico sulla guerra di Putin
A un Forum internazionale tenutosi a Novgorod il prof. Fen Yu Shun, dell'università Fudan di Shanghai, ha dichiarato apertamente che a sua avviso l'invasione dell'Ucraina è destinata a concludersi con un fiasco per la Russia. "Mosca vuole destabilizzare l’ordine mondiale con azioni di forza, Pechino lo vuole ricomporre".
Mosca (AsiaNews) - Alla riunione in Russia del Club di Discussione Internazionale Valdaj di Novgorod ha suscitato scalpore l’intervento di Fen Yu Shun, professore dell’università di Pechino e direttore del centro di ricerche sulla Russia e l’Asia centrale all’università Fudan di Shanghai, secondo il quale l’invasione dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin sarebbe destinata a concludersi con un fiasco, per una serie di ragioni.
Anzitutto egli ha messo in rilievo l’alto livello di contrapposizione e di unità nazionale mostrato dagli ucraini, e come questo abbia comportato un grande sostegno internazionale, che nonostante l’indebolimento degli ultimi mesi rimane ancora un fattore sostanziale. Il terzo fattore sottolineato dall’esperto è il particolare carattere della guerra contemporanea, che dipende dalla congiunzione tra la potenza industriale e il sistema di comando militare, il controllo, le comunicazioni e i servizi di intelligence.
Secondo Yu Shun la Russia incontra molte difficoltà nel controllare le azioni di risposta dell’Ucraina, soprattutto per la carenza nella produzione industriale e tecnologica, che non è stata adeguatamente ripristinata dopo la fine dell’Unione Sovietica e dipendeva troppo dall’importazione di provenienza occidentale.
Un altro fattore di particolare importanza riguarda l’informazione: Putin è finito da questo punto di vista in un vicolo cieco, a causa della sua eccessiva repressione e cristallizzazione del sistema dittatoriale. Al Cremlino mancano fonti affidabili di raccolta delle informazioni, e si regge su meccanismi poco efficaci di correzione degli errori.
Per questi motivi, secondo il professore cinese, la Russia va incontro inevitabilmente a una sconfitta, e prima o poi sarà costretta a ritirare le truppe da tutti i territori occupati dell’Ucraina, compresa la Crimea. La vittoria non è garantita neanche dal potenziale atomico, e come esempio egli ha citato il ritiro delle truppe americane, altrettanto rifornite di armamenti nucleari, dalla Corea, dal Vietnam e dall’Afghanistan.
La guerra ucraina ha costituito un momento di rottura nella storia recente della Russia, come scrive Yu Shun anche in un articolo sull’Economist, che ha costretto il regime putiniano all’isolamento internazionale e ha creato un terreno fertile per “tutti i possibili cigni neri”, cioè per ogni sorta di imprevedibili catastrofi. Con diverse il regime di Mosca ha già dovuto cominciare a fare i conti, come è successo con la rivolta della compagnia Wagner, con le tante tensioni interetniche e il recente attentato dell’Isis-K al Krokus City Hall.
Inoltre il conflitto ucraino sta convincendo quasi tutte le ex-repubbliche dell’Urss in Europa e Asia, con l’unica eccezione della Bielorussia, che le ambizioni imperiali della Russia minacciano la loro indipendenza e integrità territoriale. Anch’esse sono convinte dell’impossibilità della vittoria russa, e cercano in tutti i modi di allontanarsi dall’influsso moscovita, anche quando mantengono un formale sussiego nei suoi confronti. In questo modo “tramonta anche la prospettiva dell’integrazione eurasiatica”, conclude Yu Shun.
Del resto, la guerra ha costretto anche l’Europa a rendersi conto dell’enorme minaccia rappresentata dalla Russia per la sicurezza dell’intero continente, abbandonando le relazioni amichevoli di molti Paesi e costringendo la Nato ad aumentare le spese militari, concentrandosi sul settore nord-orientale e aggregando la Svezia e la Finlandia. In questo senso, se la guerra di Putin era contro l’allargamento della Nato, ha già conseguito una clamorosa sconfitta.
L’esperto cinese sottolinea anche che la Cina “ha già organizzato due round di mediazione diplomatica”, e nessuno deve dubitare che l’intenzione dei cinesi sia quella di mettere fine al conflitto attraverso le trattative. Questo dimostra che “Cina e Russia sono due Paesi molto diversi, la Russia vuole destabilizzare l’ordine mondiale con azioni di forza, la Cina lo vuole ricomporre con iniziative di pace”. E se non si arriverà a una regolazione pacifica del conflitto in Ucraina “ci sarà solo da aspettarsi la prossima guerra della Russia”.
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