La “preoccupante crescita della Cina” fra i motivi del tasso zero della Fed
Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – La US Federal Reserve ha deciso di non ritoccare il tasso d’interesse del dollaro, lasciandolo oscillare fra lo 0 e lo 0, 25%. E’ dal 2008, allo scoppiare della presente crisi economica, che il tasso rimane allo zero.
La Fed ha anche dato le ragioni per questo congelamento. Janet Yellen, la presidente della Fed (v. foto), ha dichiarato ieri che “ultimamente le prospettive all’estero sono divenute più incerte. E acute preoccupazioni riguardo la crescita della Cina e altri mercati emergenti hanno portato a una considerevole volatilità nei mercati finanziari”.
Fino a due mesi fa molti analisti pensavano che la Fed avrebbe alzato il tasso. Ma la decisione della Cina di svalutare lo yuan e gli alti e bassi della borsa di Shanghai hanno accresciuto i timori che l’economia del dragone si stia indebolendo più di quanto le autorità confessino. La svalutazione dello yuan rischia di provocare una serie di svalutazioni nei Paesi asiatici e maggiori difficoltà di pagamenti in dollari delle importazioni, venendo perciò a frenare l’export Usa e la timida ripresa dell’economia americana.
L’ultima volta che la banca centrale Usa ha ritoccato i tassi è stato nel giugno 2006. La decisione di ieri continua la politica monetaria della Fed usata per affrontare la crisi dei subprime: tagliare gli interessi al livello più basso e inondare il sistema bancario con carta moneta (circa 3600 miliardi di dollari), attraverso una serie di programmi di acquisto di asset.
Non si sa ancora come la decisione della Fed influenzerà l’economia mondiale. Quest’oggi la borsa di Shanghai ha mostrato piccoli segni di ripresa (+0,38%), in una settimana di segno negativo (- 3,22%). Lo stesso per Shenzhen (+1,25% oggi), con un – 5,71 sulla settimana.
Per alcuni analisti, la decisione della Fed non cambierà nulla soprattutto nei confronti di una possibile bolla finanziaria in Cina. Per altri, il continuare a tenere a zero il tasso è segno che la situazione mondiale, non solo quella cinese e statunitense, è preoccupante.