La società civile kirghisa si interroga su diritti e libertà
Secondo i partecipanti al V Forum civile, le limitazioni governative impediscono lo sviluppo della società. Nel mirino il presidente Zaparov, accusato di aver indebolito la democrazia parlamentare. Il pericolo dell’uomo solo al comando. Aperto un minimo di dibattito pubblico riguardo alla proposta di legge sui media.
Mosca (AsiaNews) – A Biškek, capitale del Kirghizistan, si è svolto il V Forum civile dal titolo “Maga baari bir emes!” (“Io non sono indifferente!”). Ha affrontato le questioni del rapporto tra Stato e cittadini, l’importanza dei diritti e delle libertà della persona e le conseguenze dell’indifferenza delle masse nello sviluppo della società kirghisa, con partecipazione di attivisti, politici, imprenditori, esperti e giornalisti.
Il politologo Emil Džuraev, uno dei protagonisti dell’incontro, ha affermato che la limitazione dei diritti e delle libertà impedisce lo sviluppo della società: “Dobbiamo realizzare quanto diceva Iskhak Razzakov [famoso politico kirghiso dei tempi sovietici] per cui se tu sei pulito e io sono pulito, allora anche la società sarà pulita”. Egli ricorda gli slogan delle autorità del Kirghizistan, a partire dal presidente Sadyr Žaparov, che ripetono di continuo che “le persone sono la ricchezza principale del Paese”, ma “perché questo si realizzi, bisogna avere cura dei diritti del nostro popolo”, conclude Džuraev.
I precedenti quattro forum non erano così pieni di tensione come quest’anno, assicura l’attivista umanitario Baktybek Abdullaev. Egli nota che “il tasso di legalità del nostro Paese è all’87° posto nel rating mondiale, e questo significa che la legge è applicata solo per alcuni, come testimoniano gli avvenimenti recenti in Kirghizistan”. La situazione potrebbe degenerare in conflitti a tutti i livelli, secondo Abdullaev, “ripetendo l’esperienza del 2005, 2010 e 2020”.
L’ex deputato del Žogorku Keneš (Parlamento nazionale), Abdyvakhap Nurbaev, ritiene che la limitazione della democrazia parlamentare e la concentrazione di potere nelle mani di uno solo, ha portato all’indebolimento del controllo sociale. Questo sarebbe il risultato del cambiamento del sistema di governo sotto Žaparov: “Tutti i politici e i partiti che giungono al potere parlano del popolo, poi diventano egoisti e cambiano natura… quanto più la società civile è in grado di controllare i governanti, tanto più essi agiranno in maniera pulita”.
La sociologa e ricercatrice Gulnara Ibraeva ha commentato i risultati di un sondaggio sulle condizioni attuali della coscienza civile nel Kirghizistan, rilevando che “la società kirghisa si orienta sempre di più verso i valori tradizionali, anche se in modo piuttosto superficiale, guardando più alle manifestazioni esteriori che alla sostanza delle dimensioni etiche”.
Molto si è anche discusso della solidarietà tra tutti i cittadini, le vie del dialogo per giungere a decisioni condivise e il rafforzamento del controllo sociale a tutti i livelli, cercando le modalità più adeguate per ristabilire un vero confronto tra la classe al potere e l’intera società civile del Kirghizistan.
Dalle autorità statali giungono segnali di possibile revisione di alcuni punti del tanto discusso progetto di legge sui mezzi di comunicazione, formando un gruppo di lavoro comune a cui sono invitati almeno 20 rappresentanti del settore dei media. Sarà redatto un documento da presentare alla Commissione di Venezia, organo consultivo del Consiglio d’Europa “per la democrazia attraverso il diritto”, frutto anche di una tavola rotonda tenuta sempre a Biškek nei giorni scorsi su “Libertà di parola e libertà di espressione delle proprie opinioni: le iniziative legislative”.
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