La propaganda cinese a Biskek
Sulla stampa locale del Kirghizistan, ma anche sulle reti social, si moltiplicano i materiali di sostegno a Pechino e di critica dei valori democratici. La Cina si impone con una retorica globale di “unione dell’Eurasia” che deve “liberare tutte le nuove energie dell’Oriente”, sempre in sintonia con Mosca.
Biskek (AsiaNews) - Negli ultimi due-tre anni in Kirghizistan si è molto attivata la propaganda informativa della Cina. Sulla stampa locale, ma anche sulle reti social, si riversano molti materiali di sostegno a Pechino, e di critica dei valori democratici. Molti di questi contenuti si trovano su fake account, o su canali dedicati delle varie applicazioni, diffusi in tutta l’Asia centrale e specialmente in Kirghizistan, ritenuto il Paese più facilmente “penetrabile” della regione.
Su Facebook e Telegram si possono incontrare le pagine di Salam Kirghizistan, un servizio molto noto agli utenti. Si tratta di una fonte che affronta fin dall’inizio della sua diffusione molte tematiche popolari, attirando i lettori con immagine e video interessanti, e testi in lingua russa. Da qualche tempo la Cina è diventata l’argomento principale, non solo con articoli espliciti di sostegno alla politica di Pechino, ma con notizie di vari avvenimenti, statistiche, fotografie, brevi storie video e novità ad effetto. Negli ultimi due anni sul canale sono stati pubblicati oltre 400 contenuti sulla Cina, e più di 100 relativi a “Pechino”.
Molto spesso in queste pagine si mette in evidenza il grande aiuto offerto dai cinesi allo sviluppo del Kirghizistan e degli altri Paesi dell’Asia centrale, i loro stretti legami economici reciproci e i frutti delle iniziative dei programmi statali di Pechino, senza mai trascurare gli accenni al grande debito di Biškek nei confronti della Cina. Per esempio, si esalta il recente summit dell’Organizzazione di Shangai in Kirghizistan, “prima piattaforma in cui si è posto l’accento su una nuova geopolitica e divisione del mondo, in cui i Paesi leader dell’Iran, della Cina e della Russia hanno chiaramente espresso le priorità nelle relazioni con l’Occidente”.
Molto propagandati sono gli interventi e i viaggi per il Paese dell’ambasciatrice di Pechino Du Dewen, accompagnati da commenti di “esperti” nelle critiche agli occidentali, raccogliendo i post di numerosi altri canali Telegram più seriosi e ufficiali come Polit Lombard, Diplomatija, Logistan, Il sole sorge da Oriente e altri. Nei giorni scorsi una rivista indipendente kirghisa, PolitKlinika, ha pubblicato un’inchiesta in cui critica questi canali filo-russi e filo-cinesi, denunciando l’evidente intromissione della mano di questi Paesi per rafforzare la loro influenza sul Kirghizistan, facendo leva anche sulla “nostalgia per i tempi sovietici”.
La giornalista di PolitKlinika Čynargul Žumabekova osserva che “la Cina non sembra volersi imporre troppo esplicitamente nei vari livelli d’informazione, ma spesso si associa alle considerazioni sulla Russia, come i due alleati che ci difendono dal male che proviene dall’Occidente, aggiungendo sempre che Pechino è il principale partner nei progetti in corso in Asia centrale”. E quando si lodano i piani come la costruzione della ferrovia Cina-Kirghizistan-Uzbekistan, i commenti hanno sempre l’accortezza di rilevare come la Cina abbia “motivazioni più ampie” non sempre ben chiarite, ma che comprendono in qualche modo il coinvolgimento della Russia.
La Cina si impone con una retorica globale di “unione dell’Eurasia” che deve “liberare tutte le nuove energie dell’Oriente”, sempre in sintonia con il Paese-fratello di Mosca, con cui evidentemente condivide diverse strategie informative, anche perché la lingua veicolare di questa propaganda rimane sempre il russo. In realtà l’informazione filo-cinese comincia ad estendersi sempre più anche nelle sezioni dei siti e delle pagine social in lingua kirghisa, con tanto di réclame dei media cinesi e della Radio cinese internazionale, principalmente per sostenere le proposte del settore turistico, attorno a cui si aggiungono commenti generici su vari argomenti di attualità internazionale e di costume. La campagna di conquista dell’Asia centrale è ormai lanciata su tanti fronti, ed è destinata a svilupparsi sempre più rapidamente, ormai non più soltanto in dipendenza dalle strategie militari e dalle relazioni politiche internazionali, ma immergendosi direttamente nella vita del popolo kirghiso e dei Paesi vicini.