La polizia cinese costringe alla chiusura una comunità protestante a Shanghai
Shanghai (AsiaNews/Ans) – La Chiesa missionaria di Wanbang, con sede a Shanghai sarà costretta a chiudere. La comunità di 1200 persone è una chiesa domestica non ufficiale e per incontrarsi aveva affittato una sala nella metropoli. La polizia ha imposto al padrone del locale di cancellare l’affitto entro 30 giorni.
Da tempo la Chiesa missionaria di Wanbang è sotto vigilanza. Il 10 febbraio scorso la polizia e membri dell’Ufficio affari religiosi hanno ordinato al pastore Cui Quan di cancellare un incontro fra responsabili dell’evangelizzazione, che doveva tenersi a Shanghai. L’incontro annuale raduna solo un piccolo numero di pastori che studiano le modalità in cui vivere l’evangelizzazione nelle città.
Il pastore Cui ha prima cercato di temporeggiare, dicendo che ormai tutti gli ospiti erano giunti in città, ma alle insistenze e minacce della polizia ha dovuto aggiornare il raduno. Giorni dopo la comunità ha ricevuto lo sfratto dalla sede.
Il pastore Liu Tongsu, testimone di tutti questi eventi, afferma che “annullare un contratto civile e legale, usando la polizia è una violazione della stessa legge cinese”.
Shanghai, città cosmopolita, è stata sempre più tollerante verso le comunità cristiane, anche quelle sotterranee. In altre regioni e città, nei confronti dei protestanti non ufficiali si attuano politiche molto più dure, con arresti e demolizioni di chiese. È probabile che il timore di rivolte sociali spinga tutte le autorità a un controllo ancora più serrato di ogni raduno. Ad ogni modo, dal 2007 è in atto in Cina una campagna contro le comunità protestanti sotterranee che, secondo le stime più sobrie, radunano oltre 50 milioni di fedeli. La campagna prevede o l’assorbimento delle comunità nel Movimento delle tre autonomie, che raccoglie le comunità protestanti ufficiali e controllate dal governo, o la soppressione (v. Documento segreto del Partito per “normalizzare” i cristiani protestanti cinesi).