La polizia “sequestra” un altro monaco di Kirti, resisteva all’indottrinamento
Dharamsala (AsiaNews) –Gatsetsang Lobsang Choephel, giovane monaco del monastero di Kirti (contea di Ngaba nel Sichuan tibetano), è stato arrestato il 19 maggio per essersi rifiutato di sottomettersi agli ordini della polizia cinese. Il Centro tibetano per i diritti umani e la democrazia ha denunciato che il religioso è stato portato via per destinazione “ignota”. Da oltre un mese le autorità cinesi hanno “sequestrato” l’intero monastero e sottopongono i monaci a un vero “lavaggio del cervello”, deportano chi si oppone.
Dopo che il 16 marzo Phuntsok, monaco di Kirti, si è dato fuoco in protesta contro l’occupazione cinese, polizia ed esercito hanno preso il pieno controllo del monastero (nella foto: il funerale di Phuntsok). Dapprima lo hanno circondato per giorni, impedendo a chiunque di entrare o uscire. Poi vi hanno fatto irruzione, nonostante l’opposizione della popolazione locale che ha cercato di opporsi. Due anziani tibetani sono morti per le percosse subite.
Per assicurare “l’ordine e la stabilità”, le autorità hanno imposto ai monaci incontri di “rieducazione patriottica”. Chi si rifiuta di seguirli o di dichiararsi fedele alla “patria cinese”, è arrestato e portato via.
Prima di Lobsang, 27 anni e nativo della zona, sono stati portati via i monaci Lobsang Jinpa e Lobsang Dorjee, rilasciati dopo 10 giorni di carcere senza accuse. Si parla di frequenti arresti di monaci, ma le strette misure di sicurezza rendono difficile avere notizie. Il 21 aprile l’esercito ha portato via circa 300 monaci. Solo circa 24 dopo alcune settimane sono potuti tornare dalle loro famiglie, nella contea Golok Chigdril (Qinghai), mentre si ignora il destino degli altri.