La missione impossibile della diplomazia cinese tra Usa, Ue, Russia e Ucraina
Tour europeo dell’inviato di Pechino Wang Yi. Scetticismo sull’annunciato “piano di pace” di Xi Jinping per la crisi in Ucraina. Cinesi ambigui sul principio dell’integrità territoriale. Per la Cina le sanzioni unilaterali più controproducenti delle invasioni armate (degli amici “senza limiti”) nelle dispute tra Stati.
Roma (AsiaNews) – Ricucire i rapporti con l’Unione europea mentre Pechino tenta di stabilizzare le relazioni con gli Stati Uniti e rassicurare il partner “senza limiti” russo. È davvero impossibile la missione diplomatica di questi giorni in Europa di Wang Yi, membro del Politburo e capo della Commissione affari esteri del Partito comunista cinese.
Nel suo intervento del 18 febbraio alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera, Wang ha annunciato che la Cina presenterà le sue proposte per una soluzione politica della crisi in Ucraina. In modo molto vago l’ex ministro cinese degli Esteri – che nel suo nuovo ruolo è diventato il più alto inviato diplomatico di Pechino – ha sottolineato che il suo Paese è a favore di colloqui di pace tra russi e ucraini.
Quello che dovrebbe illustrare Xi Jinping il 24 febbraio, a un anno dall’invasione putiniana dell’Ucraina, non sembra essere un vero e proprio piano di pace, ma un documento sulla posizione di Pechino riguardo al conflitto. Tradotto: i cinesi non faranno da mediatori tra le parti, almeno direttamente.
Rimane poi dubbio come la Cina possa mettere tutti d’accordo sulla questione ucraina. Parlando a Monaco, Wang ha detto che Pechino “frenerà in modo risoluto atti di separatismo e interferenze per salvaguardare la propria sovranità e integrità territoriale”.
In linea con questa posizione, la proposta cinese dovrà prevedere il ritiro delle forze russe per ripristinare l’integrità territoriale e la piena sovranità dell’Ucraina: un punto su cui l’amico senza limiti Vladimir Putin non sarà certo in sintonia.
Le cancellerie occidentali possono essere solo scettiche sull’iniziativa di pace cinese. Le parole di Wang sono un concentrato di ambiguità, dove traspare che il principio dell’integrità territoriale debba valere per la Cina su Taiwan, ma non per l’Ucraina sui territori occupati dai militari russi. Non a caso, ammettendo che tra le nazioni ci possano essere frizioni e disaccordi, Wang sottolinea che la loro gestione con “pressioni, campagne diffamatorie e sanzioni unilaterali è spesso controproducente, e può portare anche a problemi senza fine”.
Pressioni, discredito e sanzioni: l’allusione agli Stati Uniti è chiara. Wang si è dimenticato però di dire che le invasioni armate e le aggressioni militari per risolvere dispute tra Stati sono molto più controproducenti. Chissà se lo ha omesso per lasciarlo dire al suo boss fra quattro giorni.
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