La gioia del Vangelo e di Natale
Roma (AsiaNews) - L'esortazione apostolica Evangelii gaudium, che papa Francesco ha stilato a conclusione dell'Anno della fede e del Sinodo sulla nuova evangelizzazione, è il più bel regalo di Natale per noi cristiani, ma anche per chi non crede e cerca motivazioni alla speranza. Scritta in linguaggio semplice, con sapienza e brio e perfino con punte umoristiche, essa è però seria nell'affermare qual è il "primo compito" della Chiesa e "il paradigma di ogni opera", cioè la missione e l'annuncio.
"Il Vangelo - dice il papa al n. 88 - ci invita sempre a correre il rischio dell'incontro con il volto dell'altro, con la sua presenza fisica che interpella, col suo dolore e le sue richieste, con la sua gioia contagiosa in un costante corpo a corpo". La missione è questo rischio continuo, fino a incontrare i volti più lontani dal punto di vista geografico e culturale. Essa proviene tutta dallo stesso "stile" di Gesù, che nel Natale si è fatto "povero per voi, per farvi diventare ricchi per mezzo della sua povertà" (cfr. 2 Corinti 8, 9).
La Evangelii gaudium è un grande conforto per noi che lavoriamo in questa missione che è AsiaNews. Il continuo tessere ponti di amicizia con situazioni di periferia, rendere vicina la fatica e la gioia delle Chiese dell'Asia, accrescendo la solidarietà e la partecipazione ai drammi di molti e ai miracoli della conversione di tanti, hanno proprio lo stile della missione.
"Io - dice ancora il pontefice al n. 273 - sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo. Bisogna riconoscere sé stessi come marcati a fuoco da tale missione di illuminare, benedire, vivificare, sollevare, guarire, liberare".
Nel suo testo il papa sottolinea molto "la dolce e confortante gioia di evangelizzare". Molto spesso per amore alla verità ci tocca denunciare oppressioni, violenze, disastri, offese, persecuzioni. Ma questo è solo una parte del nostro lavoro e della "gioia di evangelizzare".
Per questo AsiaNews, andando contro all'andazzo di molti media, parlando del tifone Haiyan che ha devastato le Filippine, ha parlato anche della fede di questo popolo, della sua capacità di rialzarsi già il giorno dopo la catastrofe, della solidarietà dei poveri verso altri poveri, così che anche le situazioni più amare appaiono illuminate dalla speranza.
Perfino nella violenza del carcere e del soffocamento della Chiesa in Cina, vi sono martiri la cui caratteristica è la gioia. E' il caso di mons. Pietro Liu Guandong, vescovo sotterraneo di Yixian, morto alla fine di ottobre. Pur dopo quasi 28 anni di prigionia e di lavori forzati, egli è ricordato come un padre "gioviale", preciso nel difendere la libertà della Chiesa, capace di amicizia con giovani e vecchi.
Questa capacità di gioia dentro le miserie e le umiliazioni, così impossibile alle forze dell'uomo, è il segno di un Mistero più grande che avvolge la vita dei testimoni della fede. Essa è anche fonte di stupore e di desiderio per chi cerca la speranza.
Durante una delle sue omelie alla casa Santa Marta, alcuni mesi fa, papa Francesco ha detto: "La luce che ci offre il mondo è una luce artificiale. Forse forte, più forte di quella di Gesù...
Forte come un fuoco di artificio, come un flash della fotografia. Invece la luce di Gesù è una luce mite, è una luce tranquilla, è una luce di pace. È come la luce della notte di Natale: senza pretese. È così: si offre e dà pace.... È una luce mite, con la forza della mitezza; è una luce che parla al cuore ed è anche una luce che offre la croce".
Il nostro augurio per tutti voi amici è che fra le luci che sembrano potenti, ma sono di corto respiro, risplenda la luce tranquilla di Cristo e diventiamo suoi collaboratori per il mondo intero. Buon Natale.