La crisi colpisce l’industria dell’abbigliamento: licenziamenti e fabbriche chiuse
di Melani Manel Perera
Colpiti soprattutto i giovani e le donne, che rappresentano quasi il 90% della forza lavoro. Il governo non ha piani di salvataggio per le aziende o ipotesi di reimpiego per i licenziati. Dopo il 14 aprile, capodanno del calendario singalese e tamil, si temono nuove chiusure per le fabbriche della cosiddetta Free Trade Zone (Ftz).
Colombo (AsiaNews) - Fabbriche chiuse, migliaia di lavoratori lasciati a casa e rischio di altri licenziamenti. È la situazione in cui vivono gli impiegati delle fabbriche di abbigliamento della cosiddetta Free Trade Zone (Ftz), che raccoglie distretti industriali nei pressi di Katunayake, Ekala e Biyagama, creati a partire dal 1978 per aprire lo Sri Lanka al libero mercato e stimolare le esportazioni. Nella Ftz lavorano soprattutto giovani, provenienti dalle aree rurali di tutto il Paese, e tra essi la stragrande maggioranza è costituita da donne. Dei 250mila impiegati nelle 14 zone che costituiscono la Ftz, quasi il 90% sono donne.
Negli ultimi decenni i numeri della Ftz hanno subito forti ridimensionamenti. Dopo il boom del Multi-Fibre Agreement,siglato dall’Organizzazione mondiale del commercio negli anni ’70 per proteggere la produzione tessili dei Paesi in via di sviluppo, le industrie d’abbigliamento sono passate da 800 a 200 e il numero di impiegati si è ridotto da 350 mila a 250 mila. Ora però la crisi globale rischia di portare una nuova ondata di chiusure e licenziamenti a breve termine.
Dal luglio del 2008 circa 40mila impiegati hanno perso il lavoro e diversi stabilimenti hanno già annunciato la chiusura entro l’anno. La Cinotex, fabbrica di abbigliamento presente nella Ftz di Katunayake da 25 anni, ha tagliato 3mila posti chiedendo agli impiegati di rassegnare le dimissioni per non dover pagare risarcimenti. Sorte simile è toccata ad altri stabilimenti: Jakalanka dall’agosto scorso ad oggi ha lasciato a casa 2mila impiegati; West Apparel ha chiuso i battenti lasciando senza impiego mille dipendenti; MS Apparels, con sedi a Liyanagemulla e Katunayake, ha licenziato 1300 lavoratori.
P. Sarath Iddamalgoda, responsbaile della Ong Sramabimani Kendraya impegnata con i lavoratori della Ftz, spiega ad AsiaNews che la situazione “rispecchia in modo evidente la crisi del Paese”. Ad aggravare le prospettive future dei tanti giovani impiegati nel settore dell’abbigliamento ci sono poi le loro condizioni di lavoro in cui sono costretti. Provenienti da villaggi e paesi anche molto distanti dai distretti della Ftz, vivono in condizioni che p. Iddamalgoda definisce “sconvolgenti”: “senza acqua potabile, senza strutture sanitarie”. “Non ci sono autorità responsabili della loro assistenza sociale - spiega il sacerdote - e in tempi di difficoltà come questi non c’è nessuno che può assicurarla loro”.
I lavoratori del Ftz non hanno sindacati a cui rivolgersi per difenderei loro diritti e per il timore di perdere il posto hanno sempre evitato di organizzarsi al loro interno per ottenere garanzie dalla proprietà. Il governo non ha proposto piani di salvataggio per le aziende o ipotesi di reimpiego per i licenziati. Le previsioni dicono che dopo le feste per il nuovo anno, che nel calendario singalese e tamil cadono il 14 aprile, molti lavoratori troveranno l’amara sorpresa di nuovi licenziamenti e altre fabbriche chiuse.
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