"La consegna dell'icona di Kazan è un evento storico"
Intervista a Mons. Tadeusz Kondrusiewicz, arcivescovo di Mosca
Mosca (AsiaNews) Non vi è dubbio: quello del 28 agosto è uno dei più importanti eventi nella storia delle relazioni fra la chiesa cattolica di Roma e la chiesa ortodossa russa. Commentando ad AsiaNews il passaggio dell'icona di Kazan dalle mani del papa a quelle del patriarca Alessio II, mons. Tadeusz Kondrusiewicz, metropolita di Mosca e presidente della Conferenza episcopale dei vescovi russi, dice: "Il Santo Padre con gioia e in spirito di amor fraterno, con la speranza di una comprensione reciproca, trasferisce l'icona a chi ne è il legittimo proprietario. Spero che il ritorno di questa icona possa avere ricadute positive sullo sviluppo delle relazioni fra la chiesa cattolica e la chiesa ortodossa".
Sabato 28 una delegazione vaticana, guidata dal card. Walter Kasper, porterà l'icona di Kazan al patriarca ortodosso Alessio II. L'icona, per molti anni custodita nell'appartamento del papa in Vaticano, è un dono personale di Giovanni Paolo II ad Alessio II e alla chiesa ortodossa "per la venerazione di tutto il popolo russo".
Mons. Kondrusiewicz confessa ad AsiaNews che egli non incontra Alessio II da 5 anni: "L'ultima volta che sono stato allo stesso tavolo con il Patriarca fu 5 anni fa, nel novembre 1999, quando un comitato intercristiano organizzò una conferenza a Mosca" afferma mons. Kondrusiewicz. "Guardo la mia visita al patriarca alla basilica al Cremlino come un invito a ripristinare il dialogo con i cattolici russi".
Il metropolita nota che egli incontra il patriarca di solito in occasioni ufficiali di rappresentanza il ricevimento al Cremlino per il giorno dell'indipendenza, l'anniversario della vittoria nella 2° guerra mondiale, l'insediamento del presidente. "Questi non sono i luoghi migliori per parlare dei seri problemi che le relazioni fra ortodossi e cattolici hanno accumulato negli ultimi anni" afferma mons. Kondrusiewicz. Ma il dono dell'icona apre a nuove speranze.
Quali cambiamenti si attende per l'ecumenismo in Russia dopo il dono dell'icona di Kazan?
Spero che il ritorno di questa icona possa avere ricadute positive sullo sviluppo delle relazioni fra la chiesa cattolica e la chiesa ortodossa. Sogno una più attiva partecipazione della chiesa ortodossa russa alla preghiera per l'unità dei cristiani, in particolare nella settimana ad essa dedicata, che si tiene in gennaio. Noi siamo sempre aperti al dialogo con i fratelli e le sorelle ortodossi a tutti i livelli.
Cosa vuole dire al patriarca Alessio II?
Se mi venisse data questa opportunità, vorrei parlargli dell'urgente necessità di unire la testimonianza cristiana in Russia di fronte alle sfide del mondo moderno. Inviterei il patriarca alla cooperazione in quegli aspetti su cui abbiamo grandi disaccordi: educazione, opere di carità, servizio sociale, protezione della vita, opposizione alla secolarizzazione. Gli chiederei un approfondimento del dialogo teologico. (AF)