La boy-band BTS crea ricchezza in Corea, ma problemi con la Cina
Da oggi le azioni della band sono quotate in borsa e hanno acquistato valori da primato: fino a 305 dollari. Il primo concerto in streaming della band, dopo quattro mesi di lockdown, ha avuto 990mila visitatori, producendo un valore di 50 miliardi di won (circa 43,7 milioni di dollari Usa). I temi delle loro canzoni: dignità della vita e speranza. Le accuse degli internauti cinesi sulle dimenticanze legate alla guerra di Corea.
Seoul (AsiaNews) – La più famosa boy-band del pop sudcoreano (K-pop), i BTS, sono al centro dell’attenzione dei media. Da oggi, la compagnia che gestisce i loro concerti e prodotti, la Big Hit Entertainment, è quotata in borsa e sta vendendo le sue azioni a prezzi vertiginosi, tanto da diventare subito la terza quotazione più alta nella storia della borsa di Seoul.
Il prezzo iniziale delle azioni a 135mila won (118 dollari Usa) è salito fino a 351mila won (305 dollari Usa), scendendo poi durante la giornata. Il valore totale della compagnia è ora di 11mila miliardi di won (circa 10 miliardi di dollari), rendendo milionari i sette membri del BTS, con 24 miliardi di won a testa (circa 21 milioni di dollari).
Gli analisti stanno studiando il fenomeno, attribuendo il successo alla capacità di Big Hit di utilizzare i canali youtube per veicolare la musica dei BTS in un periodo in cui i concerti dal vivo non si possono tenere a causa della pandemia. Lo scorso weekend, il loro primo concerto in streaming, dopo quattro mesi, ha avuto 990mila visitatori, producendo un valore di 50 miliardi di won (circa 43,7 milioni di dollari Usa).
Qualcuno guarda con timore al futuro. I sette giovani del BTS (abbreviazione di “Bangtan Sonyeondan”, che tradotto significa “i boy scout che resistono alle pallottole”), sono nati fra il 1992 e il 1997. Ciò significa che nei prossimi mesi, ad uno ad uno, essi potrebbero essere chiamati al servizio militare, che in Corea è obbligatorio, e che dura dai 18 ai 21 mesi, smembrando la band. Un parlamentare del Partito democratico ha suggerito che i membri del BTS svolgano un servizio alternativo, salvando il loro contributo all’economia sudcoreana, calcolata a 60mila miliardi di won (52,3 miliardi di dollari Usa) per i prossimi 10 anni.
Per molti coreani, il successo dei BTS a livello mondiale, gonfia di orgoglio la nazione. “I temi da loro cantati – dice un giovane di Daejeon - si focalizzano sulla dignità della vita e sulla speranza: molto diversi da quelli di altri cantanti pop, che parlano solo di soldi, piacere e potere”.
Proprio all’inizio della settimana, però, i BTS hanno avuto qualche problema diplomatico.
La Korea Society, che premia ogni anno personalità sudcoreane che sostengono l’amicizia fra Stati Uniti e Corea, ha insignito il gruppo del premio James A. Van Fleet (dal nome del generale Usa che ha guidato le forze Usa e Onu nella guerra di Corea). Uno dei cantanti dei BTS, RM, ha commentato il conferimento del premio ricordando “la storia dolorosa che le nostre due nazioni condividono e i sacrifici di innumerevoli uomini e donne”. L’allusione alla guerra di Corea (1951-1953) non è piaciuta agli internauti cinesi che hanno rimproverato la dimenticanza dei molti caduti cinesi in quella guerra. Alcuni commenti hanno condannato i BTS perché “insultano la Cina”; altri più volgari consigliano loro: “Se volete guadagnare soldi in Cina, dovete rispettare i vostri fan cinesi”.
Nella Cina che vive un momento di acuto nazionalismo, attizzato anche dalla leadership, la guerra di Corea è vista come una guerra di aggressione degli Stati Uniti e non come la risposta all’invasione del Sud da parte di Kim Il Sung, avvenuta il 25 giugno 1950.
Il timore che il commento dei BTS provochi un nuovo boicottaggio di prodotti coreani, come avvenuto nel 2017, ha portato alcune piattaforme digitali ad eliminare la pubblicità di prodotti sudcoreani come Hyunday, Samsung e Fila.
19/10/2020 12:24
07/04/2022 10:31