La Thailandia vieta agli stranieri i servizi di maternità surrogata
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) - Il Parlamento della Thailandia ha approvato oggi una legge che vieta agli stranieri di ricorrere a servizi di maternità surrogata, per porre fine all'industria di "uteri in affitto" che ha reso il Paese meta privilegiata per il cosiddetto "turismo della fertilità". "Questo provvedimento - dichiara il parlamentare Wanlop Tankananurak - vuole impedire che la Thailandia diventi l'utero del mondo".
L'iter legislativo è iniziato nell'agosto 2014, quando il Consiglio dei ministri ha dato la sua approvazione per una bozza di legge che rendesse la surrogazione commerciale un crimine. Il disegno ha passato il primo step lo scorso novembre ed è diventato legge oggi.
Nello specifico, il provvedimento vieta alle coppie straniere di cercare servizi di surrogazione da donne thai. Nel caso di coppie thai o in cui almeno uno dei coniugi lo sia, la surrogazione è permessa a patto che la madre "in affitto" abbia più di 25 anni. Violare la legge può comportare una pena massima di 10 anni di prigione.
La decisione di approvare una legge del genere giunge dopo due casi che hanno creato scandalo in tutto il mondo. Il primo riguarda Gammy (v. foto), bambino nato da una madre surrogata thai. I genitori biologici - di nazionalità australiana - hanno abbandonato il piccolo perché affetto da sindrome di Down, tenendo invece con sé la gemella, nata senza disabilità. Dopo una lunga battaglia legale, oggi Gammy vive con Koy, la mamma surrogata.
La seconda vicenda coinvolge un uomo giapponese, che è stato scoperto essere il padre biologico di almeno 16 bambini nati attraverso surrogate thailandesi. I media locali hanno chiamato il caso "la fabbrica dei bambini".
15/04/2016 12:21
19/01/2016 13:00