La Società cattolica nepalese rinnova i vertici: "L’interesse per la fede sta crescendo"
L’organizzazione cattolica è nata 25 anni fa per difendere i diritti dei cattolici nel Paese. Il nuovo presidente: “Un tempo non potevamo evangelizzare, ma ora abbiamo il permesso di portare a tutti Gesù e le parole del Papa, così preziosi per il Nepal”. Sempre più nepalesi chiedono di convertirsi.
Kathmandu (AsiaNews) – Sostenere la comunità cattolica nepalese, aumentare la consapevolezza dei fedeli e proporre la fede a chiunque sia interessato, diffondere le parole di papa Francesco. Sono alcuni dei compiti più urgenti della Società cattolica nepalese (Ncs), che in questi giorni rinnova i suoi vertici. Ganes Parajuli, il presidente neoeletto, afferma: “Rispetto al passato, sta aumentando il bisogno di coloro che vivono solo per le cose materiali. Dobbiamo andare da tutti ad annunciare Gesù, unico ideale adeguato per la vita”.
La Società è nata 25 anni fa con lo scopo di proteggere la minoranza cattolica del Nepal. Le cariche di responsabilità vengono rinnovate ogni tre anni. In passato, spiega Parajuli, “la Ncs ha combattuto per i diritti dei cattolici, anche se il Nepal era un sistema monarchico induista, perché Gesù è sempre stato il nostro buon pastore”. Le persone, spiega l’uomo, “sono molto interessate a conoscere la verità su Cristo, ma spesso i non cristiani creano molta confusione. Noi laici ci impegniamo nella società per condividere i valori che abbiamo imparato da Gesù. Grazie a questo moltissime persone vogliono convertirsi, anche se non sanno come fare”.
Uno dei compiti dei membri della Società è quello di fornire le prime conoscenze della fede a chiunque ne sia interessato. Inoltre, aggiunge Ganes Parajuli, “vogliamo diffondere i messaggi del Papa e del Vaticano, che sono utili per il popolo del Nepal e per il mondo intero”. Carolina Satyal, vice-presidente della Ncs, conferma l’importanza delle parole di papa Francesco: “Egli è una guida per la pace, la solidarietà e il rispetto dell’ambiente. I suoi messaggi sono cruciali per Paesi come il Nepal, perché possono essere applicati nella pratica e si rivolgono a tutti”.
Babukaji Darshandhari, presidente uscente, condivide la preoccupazione di dare massima diffusione alle parole del Papa: “Dobbiamo condividerle nei raduni pubblici, nei coffee shop, e dovunque la gente si ritrovi. In passato i cristiani non potevano predicare gli insegnamenti biblici, ma ora lo Stato è laico e abbiamo questa libertà”. Quando si annuncia agli altri il messaggio di Dio, sottolinea Darshandhari, “dobbiamo farlo raccontando anche le nostre esperienze personali. Questo aiuterà a raggiungere più obiettivi”.
08/08/2016 11:18