La Russia e il mondo islamico
A Mosca un incontro promosso dal ministero degli Esteri con rappresentanze dei Paesi aderenti all'Organizzazione della cooperazione islamica, e membri del patriarcato ortodosso. Discussa la cooperazione nella difesa dei valori tradizionali ma anche altri obiettivi comuni sul piano geopolitico.
Mosca (AsiaNews) - Si è tenuto a Mosca un incontro alla Casa dell’accoglienza del ministero degli Esteri tra i rappresentanti del gruppo di ricerca strategica “Russia e mondo islamico” (Gsb), a cui partecipano anche i membri del patriarcato ortodosso di Mosca, e quelli dei Paesi aderenti all’Organizzazione della cooperazione islamica (Ois). Si è discusso della “prosecuzione degli sforzi congiunti per la difesa dei valori tradizionali”, nel contesto degli eventi recenti nella politica interna ed esterna della Russia.
Sono stati proposti nuovi approfondimenti delle tematiche già affrontate nel 2023, per preparare gli eventi di quest’anno e in particolare la manifestazione in programma il prossimo 16 maggio sul tema “Russia e mondo islamico: un ordine mondiale giusto e multipolare e uno sviluppo nella sicurezza”, che si terrà a Kazan in Tatarstan nei giorni del Forum economico internazionale “Russia – Mondo Islamico: KazanForum 2024”. Erano presenti il vice-premier russo Marat Khusnullin, il vice-ministro degli esteri Andrej Rudenko e il presidente del Tatarstan Rustam Minnikhanov, insieme al vice-presidente del Gsb Farit Mukhametšin e la direttrice dell’agenzia per lo sviluppo del Tatarstan, Talija Minullina.
Khusnullin ha sottolineato che “per noi è particolarmente importante che i Paesi islamici, di fronte alle azioni ostili dei Paesi occidentali, abbiano sostenuto la politica della Russia, diretta alla custodia dei valori tradizionali morali e religiosi”. Egli ha annunciato l’apertura di nuove prospettive, grazie alla collaborazione economica tra la Russia e i Paesi membri dell’Ois, che viene elaborata insieme proprio nelle occasioni d’incontro come quella attuale. Rudenko ha poi osservato che “la Russia è un Paese multietnico e multiconfessionale, sostenuto dagli Stati musulmani nelle relazioni tradizionali, di fiducia reciproca e naturale riconoscimento delle convergenze”, indicando una serie di obiettivi comuni di geopolitica e difesa dei diritti dei popoli all’autodeterminazione nei sistemi del proprio sviluppo, rifiutando i “cosiddetti valori neo-liberali, che mettono a rischio l’integrità morale dei popoli e delle persone”.
Il presidente tataro Minnikhanov, che ha iniziato il suo intervento “in nome di Allah”, ha insistito sul fatto che l’allargamento della cooperazione con i Paesi musulmani è “una direzione prioritaria della politica estera della Russia”, costituendo una piattaforma sociale internazionale, ricordando le ripetute azioni di vilipendio e roghi del Corano in Svezia e Danimarca, che hanno provocato reazioni di sdegno nel mondo islamico e in Russia. Preoccupa anche la situazione in Medio Oriente, con gli spargimenti di sangue nella striscia di Gaza e il numero spaventoso di vittime, che costituisce “un’enorme catastrofe umanitaria”.
Come ha poi ricordato la Minullina, a Kazan quest’anno sono previste diverse importanti occasioni d’incontro, compresa una seduta dell’Unesco, una grande fiera commerciale Halal, una sfilata di moda islamica e grandi festeggiamenti per la memoria dell’adesione all’islam da parte dei bulgari del Volga oltre mille anni fa e molto altro, come le sezioni dedicate all’arte islamica e a quella digitale, all’economia creativa e all’industria cinematografica.
Farit Mukhametšin ha poi ripreso le parole pronunciate dal patriarca di Mosca Kirill (Gundjaev) in incontri precedenti, in cui il capo della Chiesa ortodossa russa esprimeva la convinzione che le prospettive future e l’ampliamento del dialogo tra ortodossia e islam possa aiutare a “contrastare efficacemente le sfide e le tentazioni dell’attualità”, in quanto “i veri cristiani e musulmani possiedono un enorme potenziale di creatività spirituale e culturale per difendere il proprio diritto a vivere in accordo con i comandamenti divini”. Questa sarà la modalità più adeguata per “costruire un fronte comune per la sopravvivenza della civiltà umana”. All’incontro erano presenti anche i dirigenti e i muftì delle amministrazioni religiose dell’islam della Russia, del Tatarstan e di altre regioni.