La Croce Rossa chiude la sede di Mannar e apre all’aiuto ai profughi
Yves Giovannoni, presidente della Croce Rossa in carica dal 15 novembre scorso, ha assicurato che l’organizzazione continuerà ad affrontare i bisogni umanitari delle popolazioni colpite dal conflitto, anche se questo è terminato. Egli ha dichiarato: “Non vedo la necessità di proseguire con lo stesso progetto che la Croce Rossa ha portato avanti durante il conflitto, quando il bisogno di aiuti umanitari era notevole”. E ha aggiunto: “Abbiamo discusso l’eventuale riduzione degli aiuti d’emergenza con le autorità di governo e altri enti coinvolti. Ed è emerso con chiarezza che ci sarà una riduzione delle attività”.
Giovannoni ha spiegato che le vittime di guerra, sfollate nelle fasi finali del conflitto, stanno tornando gradualmente nelle loro case, e hanno bisogno di aiuto per ricostruire le loro vite. La Croce Rossa sarà presente proprio in questa nuova fase della loro esistenza.
L’organizzazione ha precisato che continuerà a rispondere alle esigenze delle persone arrestate durante la guerra, andandole a visitare in carcere in maniera regolare. Inoltre, aiuterà chi è rimasto disabile durante il conflitto.
Il presidente ha aggiunto che la Croce Rossa svolge il proprio lavoro in piena trasparenza con le autorità di governo, anche in una fase di transizione come questa. E ha ribadito l’importanza della cooperazione con il governo: per portare gli aiuti direttamente a quelli che ne hanno bisogno; valutare se il loro intervento è stato adeguato; assicurarsi che non ci siano lacune da colmare.
Giovannoni infine specifica che anche se l’organizzazione ha ridimensionato a poco a poco la sua presenza dalla fine delle ostilità, tuttavia si sforza ancora di soddisfare le esigenze emerse dopo il conflitto.