La Corea del Nord deve affrontare "la sua più grave crisi alimentare"
Pyongyang (AsiaNews/Agenzie) La Corea del Nord sta affrontando la "situazione peggiore da molti anni a questa parte" nel campo dell'alimentazione. E' quanto denuncia la Fao, l'organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa della situazione alimentare del pianeta.
Gerald Bourke, portavoce dell'organizzazione ha sostenuto che "la situazione della Corea del Nord è molto più grave di una crisi; è la situazione peggiore che vi sia nel Paese da anni". Secondo gli esperti internazionali il taglio delle razioni giornaliere decise dal regime del "caro leader" Kim Jong-il, le "disastrose" riforme economiche e la crisi nucleare hanno provocato una carenza alimentare di proporzioni "spaventose".
Il rifiuto di Pyongyang di tornare al tavolo dei "colloqui a 6 sul disarmo nucleare" ha infatti provocato l'immediata sospensione dell'invio di aiuti umanitari da parte di Stati Uniti e Giappone; la Corea del Sud ha interrotto per circa 3 mesi, ma ha ripreso l'invio di generi alimentari, anche se in maniera molto limitata, nell'ambito della "diplomazia silenziosa" di Seoul.
Un altro grave problema è costituito dalle riforme politiche del regime comunista, che sperava di trasformare il Paese in un sistema di economia autonoma basata sull'agricoltura. Secondo Kathi Zelleweger, operatrice Caritas da anni impegnata nella zona, questa visione è un controsenso: "La Corea del Nord non è e non può divenire una nazione agricola. E' composta di zone prevalentemente montuose, con terreno duro e quasi incoltivabile". "Solo il 18 % del terreno totale spiega - è arabile, e questa coltivazione dipende da costosissimi macchinari agricoli e fertilizzanti".
Le riforme economiche operate dal governo nel 2002 hanno contribuito solo ad accrescere l'inflazione e le tensioni sociali interne: con gli attuali prezzi, infatti, solo l'elite governativa può permettersi di fare acquisti. La razione minima giornaliera di cibo necessario alla normale sopravvivenza di un essere umano si aggira intorno ai 550/590 grammi: la razione ordinaria dei nordcoreani varia da 300 grammi per le zone urbane ai 250 grammi per quelle agricole.
Secondo Bourke un'ulteriore riduzione sarebbe disastrosa, anche se l'esperto non ritiene imminente il pericolo di una sommossa popolare: "I nord-coreani sono ormai tristemente abituati alle privazione ed io non sono un osservatore politico: ma la carenza di cibo in questo paese rimane un problema drammatico".