La Convenzione contro le mine a Siem Reap: no a nuovi ordigni in Ucraina
A pochi giorni dalla decisione statunitense di approvare il trasferimento di queste armi a Kiev, è in corso per la prima volta in Asia la conferenza di revisione sulla Convenzione di Ottawa, che regola la messa al bando delle mine antiuomo. Anche dopo decenni di sminamento e bonifica dei terreni, la Cambogia ha ancora a che fare con le pesanti conseguenze che le mine hanno sulla vita dei civili.
Siem Reap (AsiaNews) - Pochi giorni dopo l’approvazione da parte degli Stati Uniti di trasferire mine antipersona all’Ucraina, impegnata a respingere l'invasione della Russia iniziata a febbraio 2022, si è aperta in Cambogia la quinta conferenza di revisione sulla Convenzione che regola il divieto di utilizzo, stoccaggio, produzione e trasferimento delle mine antipersona e la loro distruzione, anche nota come Convenzione di Ottawa. Il vertice di Siem Reap-Angkor su un mondo libero dalle mine (questo il nome assunto dalla conferenza) si è aperto il 25 novembre e si concluderà il 29.
Papa Francesco, rivolgendosi ai partecipanti con una lettera firmata dal Segretario di Stato Pietro Parolin, ha espresso dolore per il fatto che, a 25 anni dall’entrata in vigore della Convenzione, le mine antiuomo continuano a essere utilizzate. “I conflitti sono un fallimento dell'umanità nel vivere come un’unica famiglia”, ha detto il pontefice, sottolineando come le mine continuino a mietere silenziosamente vite innocenti - soprattutto quelle dei bambini - anche molto tempo dopo la cessazione delle ostilità.
È la prima volta che la conferenza viene ospitata in Asia, in particolare in Cambogia, un Paese in cui le mine antiuomo, utilizzate nella guerra contro il regime dei Khmer rossi a partire dal 1979, hanno avuto un impatto devastante sulla popolazione: secondo l’organizzazione Halo Trust, che si occupa di sminamento, dal 1979 sono state registrate oltre 65mila vittime, di cui 18.800 morti e quasi 45mila feriti. Oltre 9mila hanno dovuto subire amputazioni. Anche se buona parte dei campi minati in Cambogia è stata bonificata, l’aumento della popolazione sta costringendo molte famiglie a trasferirsi in aree che non sono ancora state ripulite, soprattutto nel nord-ovest del Paese al confine con la Thailandia.
Nel suo discorso di apertura, il primo ministro Hun Manet (salito al potere in maniera antidemocratica succedendo al padre Hun Sen dopo elezioni nelle quali è stata impedita la partecipazione delle opposizioni) ha sottolineato i progressi della Cambogia in termini di sminamento: “Siete arrivati in una nazione che incarna la resilienza e la speranza, una nazione che ha percorso un cammino da uno dei Paesi più colpiti dalle mine a uno dei principali sostenitori di un mondo libero dalle mine”, ha detto il premier. “Ad oggi, abbiamo distrutto oltre 1 milione di mine antiuomo e 3 milioni di residuati bellici esplosivi. Le vittime sono crollate da una media di oltre 4.300 all'anno nel 1996 a meno di 100 all'anno negli ultimi dieci anni. Terreni che un tempo erano campi minati, ora sono diventati terreni fertili per l'agricoltura, l'urbanizzazione e lo sviluppo, sollevando milioni di persone dalla povertà”, ha continuato Hun Manet.
“Tuttavia, il nostro viaggio è ben lungi dall'essere terminato. Abbiamo ancora oltre 1.600 chilometri quadrati di terra contaminata che influenza la vita di circa 1 milione di persone. Questo è il motivo per cui porre fine all'impatto negativo delle mine e dei residuati bellici esplosivi e promuovere l'assistenza alle vittime è davvero una pietra angolare della nostra agenda per lo sviluppo sostenibile”.
La Conferenza di revisione sul trattato per la messa al bando delle mine antipersona si tiene ogni cinque anni. Vi partecipano rappresentanti degli Stati membri, della società civile e organizzazioni internazionali che hanno come obiettivo di esaminare lo stato della Convenzione. Si tratta del primo vertice di questo tipo dopo l’invasione dell’Ucraina, dove si stima siano state già piazzate 2 milioni di ordigni antipersona.
“Questo trasferimento lascerà un'eredità mortale per le generazioni a venire di cittadini ucraini. È profondamente inquietante che gli Stati Uniti forniscano consapevolmente un’arma che all'Ucraina è proibito usare in base al diritto internazionale”, in quanto firmataria del trattato, ha commentato Tamar Gabelnick, direttrice della Campagna internazionale per il bando delle mine antiuomo (International Campaign to Ban Landmines, ICBL), un gruppo di ong che si batte per abolire la produzione degli armamenti. “Gli Stati Uniti, che sono il più grande donatore al mondo per gli sforzi di sminamento, stanno ora paradossalmente contribuendo allo stesso problema per la cui risoluzione spendono centinaia di milioni di dollari all'anno”, ha dichiarato la direttrice dell’associazione, Tamar Gabelnick.
01/03/2024 13:48