La Cina risponde agli Usa: pronti dazi per un valore di 50 miliardi di dollari
Washington vuole estendere i dazi ad altri 284 prodotti cinesi. Pechino risponde e applica tariffe sull’export americano per un valore di 50 miliardi di dollari. Google in controtendenza: un accordo per 550 milioni di dollari con JD.com, colosso e-commerce cinese.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Continua la guerra dei dazi tra Cina e Usa. Il 15 giugno l’amministrazione Trump ha stilato una seconda lista di 284 prodotti cinesi da tassare. Essa va ad aggiungersi alla prima lista scritta ad aprile che comprendeva 1300 prodotti cinesi (poi ridotti a 818). La prima tranche di dazi, dal valore di 34 miliardi di dollari sarà operativa dal 6 luglio. La seconda, dal valore di 16 miliardi, verrà attuata dopo le consultazioni del governo con i produttori americani.
In entrambe le liste di Washington sono compresi prodotti cinesi high tech per l’aviazione, per i sistemi ferroviari, per i veicoli le comunicazioni, la robotica e hard disk magnetici. Alcuni prodotti inseriti nella prima ondata ad aprile sono stati poi esclusi dai dazi: componenti per i televisori, per i cellulari, i prodotti farmaceutici e altri oggetti di consumo sensibili al cambio di prezzi.
Pechino ha risposto all’offensiva americana. La Cina ha preparato una lista di 545 prodotti statunitensi da tassare. I dazi, dal valore di 34 miliardi di dollari, andranno a colpire l’export agroalimentare, ittico e automobilistico. Anche a Pechino le nuove tariffe doganali inizieranno il 6 luglio. Inoltre sono pronte altre tariffe per un valore di 16 miliardi di dollari sui prodotti chimici, attrezzature mediche e prodotti energetici. Questi nuovi dazi verranno introdotti solo se gli Stati Uniti estenderanno l’aumento tariffario anche alla seconda lista di prodotti cinesi resa nota tre giorni fa.
Nel mirino dell’amministrazione Trump sono entrati i prodotti inclusi nel piano industriale “ Made in China 2025”. Il programma è sostenuto dal governo di Pechino e vuole portare la Cina ad essere leader mondiale nei prodotti tecnologici: l'aerospaziale, le comunicazioni, la robotica, i macchinari industriali, i nuovi materiali e le automobili. Le aziende cinesi inquadrate nel piano di sviluppo ricevono finanziamenti, agevolazioni fiscali, prestiti a basso tasso d’interesse e altri sussidi statali. Secondo Washington ciò rappresenta una concorrenza sleale nei confronti dei competitor stranieri.
Mentre la guerra commerciale si inasprisce, le aziende private nel settore high tech guardano con interesse al mercato asiatico. Google, il colosso di internet investirà 550 milioni di dollari nella azienda di e-commerce JD.com, entrando così in concorrenza con Amazon nel settore del mercato al dettaglio. In seguito all’accordo con Google, JD.com potrà pubblicizzare i propri prodotti sulle piattaforme del motore di ricerca ed espandere il proprio mercato negli Stati Uniti, in Europa e nel sudest asiatico.
Google specifica che questo non comporta alcuna iniziativa diretta in Cina. Qui Google non opera, dal momento che si rifiuta di condividere i dati degli utenti con il governo, come stabilito dalla legge cinese. Per JD.com, l'accordo di Google è il primo passo per costruire una serie di alleanze globali nel tentativo di contrastare il monopolio dell’azienda e-commerce Alibaba.
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