02/09/2013, 00.00
CINA – VATICANO
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La Cina ringrazia il Papa per l’appello a favore della pace in Siria

Due alti funzionari del governo cinese commentano ad AsiaNews la figura del nuovo pontefice: “Sembra un grande pastore, proprio un ‘buon papà’. E speriamo che presto si possano vedere dei passi avanti nei rapporti fra Pechino e il Vaticano”. La Cina “ha bisogno della Chiesa cattolica, che non porta divisioni ma pace e armonia”. Giudizio positivo anche sul nuovo Segretario di Stato.

Pechino (AsiaNews) - L'appello di papa Francesco per la pace in Siria "è saggio e condivisibile, e noi cinesi siamo con lui. Non vogliamo più vedere conflitti in Medio Oriente, siamo contrari all'attacco proposto dagli Stati Uniti contro il governo di Damasco. Come dice il pontefice 'la guerra chiama la guerra e la violenza chiama la violenza'. Papa Francesco, ti ringraziamo per questo intervento". A parlare sono due alti funzionari del governo cinese, che vogliono rimanere anonimi ma che ad AsiaNews commentano il richiamo espresso da Francesco all'Angelus di ieri e più in generale la figura del nuovo papa.

I due si occupano di relazioni fra culture e religioni in Cina: "Il governo cinese - spiegano - non conosce bene il nuovo pontefice ma di lui apprezza molte cose, dalla semplicità ai discorsi che ha fatto al mondo cristiano. Si potrebbe persino fare un confronto tra Francesco e il nuovo presidente cinese Xi Jinping, che ha portato alcuni buoni cambiamenti nel Paese. Anche Xi è semplice e amichevole, vuole il bene comune del suo popolo proprio come sta facendo il papa".

Il popolo cinese "ha visto Francesco in televisione e su internet. Si vede che è veramente un grande pontefice, un 'buon papà', anche se stiamo ancora cercando di conoscerlo meglio. Speriamo di cuore che con lui ci possa essere un miglioramento nei rapporti fra la Cina e la Chiesa universale, che Pechino e il Vaticano possano in futuro avvicinarsi di più. Vogliamo bene a questo papa, anche se fino ad ora non ha parlato in maniera aperta della situazione cinese".

D'altra parte, continuano, "dopo il grande sviluppo economico e sociale il nostro Paese ha bisogno di migliorare i rapporti con le religioni, in modo particolare con la Chiesa cattolica. Con i musulmani dello Xinjiang e con i buddisti del Tibet abbiamo relazioni complicate dalla politica, abbiamo paura che vogliano dividere il Paese. Sappiamo che la Chiesa invece non cerca questo risultato, non porta guerra e divisione ma pace e serenità".

Del nuovo Segretario di Stato vaticano, mons. Pietro Parolin, dicono: "Non lo conosciamo ancora bene, ma sappiamo che ha speso molto tempo per promuovere i rapporti fra Vaticano e Vietnam. E che non molto tempo dopo il suo intervento i due Paesi hanno stretto relazioni diplomatiche. Non crediamo che Pechino possa seguire le orme di Hanoi su questa questione, ma di certo c'è la volontà di andare avanti".

 

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