La Cina aiuterà gli Stati dell’Asia centrale a superare la crisi
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina ha offerto finanziamenti per 10 miliardi di dollari ai Paesi dell’Asia centrale come aiuto a superare la crisi economica globale. Da Yekaterinbrug dove da ieri si è svolto il 9° summit della Shanghai Cooperation Organization (Sco), il presidente cinese Hu Jintao rilancia il ruolo centrale di Pechino nella regione, anche nei confronti della Russia padrona di casa.
Hu non ha meglio spiegato in cosa consista l’offerta di credito annunciata oggi. La Sco comprende Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan e Tagikistan. Ma l’offerta risponde alle esigenze dei Paesi della zona, flagellati dalla crisi globale e bisognosi di prestiti anche soltanto per acquistare cibo e realizzare servizi essenziali come le strade, la luce e il riscaldamento. E’ probabile che Pechino chieda, in cambio, maggior accesso ai giacimenti di gas, petrolio e altre risorse di cui alcuni di questi Stati sono ricchi.
L’offerta di Pechino ne ha anche rilanciato il ruolo a discapito di Mosca. Esperti notano che questo summit è segnato dai colloqui bilaterali piuttosto che dagli incontri plenari. Hu ha svolto ieri un’intensa attività e ha incontrato a quattrocchi i leader di Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan e Pakistan. Analisti osservano che da anni gli Stati ex sovietici della regione si avvicinano sempre più alla Cina, vista come un potente alleato che non ha le pretese di supremazia della Russia.
Inoltre la crisi economica ha colpito in modo grave la Russia e le economie dell’Asia centrale. Al contrario Pechino, seppure ha grandi problemi economici interni (con decine di milioni di operai migranti disoccupati), ha continuato ad operare massicci investimenti nell’energia e per le materie prime.
Pechino vuole porsi sempre più come punto di riferimento economico alternativo agli Stati Uniti. Allo Sco partecipano come osservatori anche Iran, Pakistan, Iran e Mongolia. A Yekaterinburg è intervenuto l’Afghanistan e, per la prima volta, anche Sri Lanka e Bielorussia.
Si è discusso anche di questioni militari, soprattutto della base aerea Manas in Kirghizistan, che è l’unico base ancora in uso agli Stati Uniti e ritenuta di grande importanza strategica per la guerra in Afghanistan. Bishkek, dietro pressione di Mosca, ha ordinato a Washington di andar via. Ma il presidente afgano Hamid Karzai sta ora premendo perché la decisione sia rivista.
La Russia da tempo cerca di far evolvere lo Sco in una alleanza militare difensiva simile alla Nato.