La Cina “comprerà” il debito europeo
Alla vigilia del viaggio di Wen in Gran Bretagna, Ungheria e Germania, Pechino ribadisce di voler “aiutare i Paesi europei” a una crescita economica stabile. Aumenterà l’acquisto di bond in euro. Ma anche la Cina affronta grandi problemi economici, con l’economia che rallenta e l’inflazione che cresce.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina aiuterà l’Europa a coprire il debito e a realizzare una stabile crescita economica, comprando titoli in euro anziché in dollari come ha fatto per anni. Lo ha annunciato oggi Hong Lei, portavoce del ministro degli Esteri, alla vigilia della visita del premier Wen Jiabao in Ungheria, Gran Bretagna e Germania dal 24 al 28 giugno.
Hong ha spiegato che “il governo cinese ha già preso una serie di iniziative per incrementare il commercio e la cooperazione economica sino-europea, come comprare bond in euro”. “La Cina vuole proseguire ad aiutare i Paesi europei a realizzare una crescita economica stabile, attraverso la cooperazione con Paesi di rilievo”.
Wen nei mesi scorsi ha visitato Francia, Portogallo e Spagna (nella foto) e offerto aiuto sempre tramite l’acquisto di titoli dei Paesi in difficoltà. Ad aprile Pechino ha detto di avere acquistato titoli per miliardi di euro e indicato che potrebbe comprare titoli dei Paesi più deboli, senza spiegare meglio. Peraltro la centrale Banca di Cina la settimana scorsa, dopo l’aggravarsi della crisi della Grecia, ha sollecitato i governi europei a contenere l’indebitamento per non peggiorare la crisi dell’intera regione. La Cina ha riserve in valuta estera per oltre 3mila miliardi di dollari e si stima che circa un quarto sia investito in prodotti valutati in euro. Da gennaio ad aprile 2011 Pechino ha comprato valuta e titoli esteri per altri 200 miliardi di dollari, di cui circa il 75% non in dollari Usa. Il dollaro costituisce comunque circa il 60-70% delle riserve totali cinesi.
Ma Intanto anche la crescita cinese rallenta, come dimostrano le difficoltà di due delle sue quattro maggiori banche erogatrici di finanziamenti. Oggi la China Construction Bank (Ccb) a metà mattina perdeva il 2,7% del suo valore sulla borsa di Hong Kong, la Agricultural Bank of China (AgBank) era a -3,8%.
Alexander Lee, analista di Hong Kong, osserva che “per l’economia cinese aumenta il rischio di una caduta”. “Il terremoto giapponese, il rallentamento dell’economia Usa, i problemi dell’Eurozona e il rallentamento dell’economia cinese si riversano tutti sul settore bancario”. La Ccb è la principale finanziatrice di acquisti immobiliari ed è alto il timore che nel settore ci sia una vera bolla speculativa, per cui il governo opera per raffreddare i prezzi, facendo così anche diminuire i nuovi finanziamenti.
La AgBank opera negli ambienti rurali e molti suoi finanziamenti sono poco redditizi, con il rischio che il governo debba rifornirla di capitale fresco, se Pechino aumenterà le riserve valutarie necessarie alle banche che operano prestiti.
Da anni Pechino cerca di diminuire il flusso dei finanziamenti bancari, per timore che il denaro sia usato per speculazioni invece che per finanziare attività. Ma il livello dei nuovi prestiti erogati rimane alto, anche perché alla fine del 2008 le imprese cinesi hanno ricevuto ampi finanziamenti dalle banche nel programma di stimolo per l’economia per superare la crisi finanziaria globale.
Gli analisti del Credit Suisse Vincent Chan e Peggy Chan ieri hanno scritto che “ci sono segni di un rallentamento economico in Cina, e crediamo che non si tratti di un problema transitorio ma che la situazione sia molto più complessa, con problemi strutturali”.
Esperti ritengono che Pechino debba mutare il proprio modello di sviluppo, puntando meno sulle esportazioni e più sulla crescita del consumo interno, combattere la diffusa corruzione (che crea grandi perdite) e diminuire il peso delle aziende statali, come pure frenare la forte inflazione che rischia di impoverire il ceto medio.
Hong ha spiegato che “il governo cinese ha già preso una serie di iniziative per incrementare il commercio e la cooperazione economica sino-europea, come comprare bond in euro”. “La Cina vuole proseguire ad aiutare i Paesi europei a realizzare una crescita economica stabile, attraverso la cooperazione con Paesi di rilievo”.
Wen nei mesi scorsi ha visitato Francia, Portogallo e Spagna (nella foto) e offerto aiuto sempre tramite l’acquisto di titoli dei Paesi in difficoltà. Ad aprile Pechino ha detto di avere acquistato titoli per miliardi di euro e indicato che potrebbe comprare titoli dei Paesi più deboli, senza spiegare meglio. Peraltro la centrale Banca di Cina la settimana scorsa, dopo l’aggravarsi della crisi della Grecia, ha sollecitato i governi europei a contenere l’indebitamento per non peggiorare la crisi dell’intera regione. La Cina ha riserve in valuta estera per oltre 3mila miliardi di dollari e si stima che circa un quarto sia investito in prodotti valutati in euro. Da gennaio ad aprile 2011 Pechino ha comprato valuta e titoli esteri per altri 200 miliardi di dollari, di cui circa il 75% non in dollari Usa. Il dollaro costituisce comunque circa il 60-70% delle riserve totali cinesi.
Ma Intanto anche la crescita cinese rallenta, come dimostrano le difficoltà di due delle sue quattro maggiori banche erogatrici di finanziamenti. Oggi la China Construction Bank (Ccb) a metà mattina perdeva il 2,7% del suo valore sulla borsa di Hong Kong, la Agricultural Bank of China (AgBank) era a -3,8%.
Alexander Lee, analista di Hong Kong, osserva che “per l’economia cinese aumenta il rischio di una caduta”. “Il terremoto giapponese, il rallentamento dell’economia Usa, i problemi dell’Eurozona e il rallentamento dell’economia cinese si riversano tutti sul settore bancario”. La Ccb è la principale finanziatrice di acquisti immobiliari ed è alto il timore che nel settore ci sia una vera bolla speculativa, per cui il governo opera per raffreddare i prezzi, facendo così anche diminuire i nuovi finanziamenti.
La AgBank opera negli ambienti rurali e molti suoi finanziamenti sono poco redditizi, con il rischio che il governo debba rifornirla di capitale fresco, se Pechino aumenterà le riserve valutarie necessarie alle banche che operano prestiti.
Da anni Pechino cerca di diminuire il flusso dei finanziamenti bancari, per timore che il denaro sia usato per speculazioni invece che per finanziare attività. Ma il livello dei nuovi prestiti erogati rimane alto, anche perché alla fine del 2008 le imprese cinesi hanno ricevuto ampi finanziamenti dalle banche nel programma di stimolo per l’economia per superare la crisi finanziaria globale.
Gli analisti del Credit Suisse Vincent Chan e Peggy Chan ieri hanno scritto che “ci sono segni di un rallentamento economico in Cina, e crediamo che non si tratti di un problema transitorio ma che la situazione sia molto più complessa, con problemi strutturali”.
Esperti ritengono che Pechino debba mutare il proprio modello di sviluppo, puntando meno sulle esportazioni e più sulla crescita del consumo interno, combattere la diffusa corruzione (che crea grandi perdite) e diminuire il peso delle aziende statali, come pure frenare la forte inflazione che rischia di impoverire il ceto medio.