La Cina “apre” all’ingresso di stranieri in Borsa e nelle assicurazioni
Pechino (AsiaNews) - Il governo cinese "permetterà agli stranieri di detenere consistenti pacchetti azionari delle proprie società di investimento in Borsa e aumenterà l'accesso al mercato assicurativo per il ramo automobilistico. Sono previste anche delle nuove linee-guida per regolare l'export credit". A dirlo è un funzionario dell'ambasciata americana, che ha anticipato i contenuti del comunicato finale dei dialoghi bilaterali che si stanno chiudendo in queste ore a Pechino.
I Dialoghi strategici ed economici sino-americani tenutisi in questi due giorni "hanno ottenuto risultati positivi". Lo ha detto poco fa il presidente cinese Hu Jintao nel corso dell'incontro a Pechino con la delegazione americana. Nonostante i Dialoghi siano stati oscurati dalla questione del dissidente cieco Chen Guangcheng, entrambe le parti hanno cercato di tenere bassa l'attenzione sul problema e si sono concentrati sull'interscambio commerciale e valutario.
Cina e Stati Uniti sono del tutto collegati dal punto di vista economico. Le prime due economie al mondo sono infatti inter-dipendenti: l'esportazione cinese, motore dell'economia di Pechino, ha bisogno dell'enorme mercato americano. Allo stesso modo il know-how statunitense ha bisogno dell'immensa forza lavoro cinese, cui sempre più spesso viene affidata la produzione tecnologica e automobilistica.
Hu, parlando con Hillary Clinton, ha invitato Cina e Stati Uniti a "usare in pieno lo strumento dei Dialoghi per rafforzare la comunicazione strategica, migliorare la fiducia reciproca e la cooperazione per contribuire allo sviluppo della partnership fra Cina e Stati Uniti". I Dialoghi erano incentrati sulla crisi economica e su alcuni punti di politica internazionale molto delicati, come Corea del Nord e Iran. Ma su questi temi le due parti si sono limitate a dichiarazioni di prammatica che celebrano la "pace" e la "cooperazione".
I colloqui si sono sviluppati soprattutto sui problemi valutari, piano su cui Pechino sembra aver vinto del tutto. In passato la Cina ha mantenuto uno stretto controllo sullo yuan, tenendo il suo valore forzatamente basso, per facilitare le sue esportazioni. Negli ultimi anni Pechino ne ha permesso una certa fluttuazione e i dialoghi con gli Stati Uniti - anche in questi giorni - ripropongono di continuo una rivalutazione della moneta cinese. Secondo il Segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner "una valuta cinese più forte e determinata più dal mercato che dalla politica potrebbe rinforzare molto gli obiettivi di riforma che si pone la Cina".
In apertura c'erano state le dichiarazioni di intenti dei capi delegazione. Da parte cinese sono intervenuti il presidente Hu Jintao e il vice premier Wang Qishan. Secondo Hu "date le diverse condizioni nazionali, è impossibile che Cina e Stati Uniti vedano tutte le cose allo stesso modo. Dovremmo affrontare le nostre differenze nella maniera giusta". Per Wang entrambe le nazioni "affrontano dei problemi a causa della crisi. In queste circostante, Pechino e Washington dovrebbero gestire i propri affari in maniera appropriata".
Secondo Shi Yinhong, esperto di affari statunitensi all'Università Renmin di Pechino, queste dichiarazioni esprimono in maniera sottile la frustrazione cinese per il caso Chen Guangcheng: "Gli Stati Uniti hanno detto già in precedenza che rispettano il diritto cinese a scegliere la propria strada verso lo sviluppo. Ma questi incidenti dimostrano che Washington sta divenendo meno rispettosa dell'autonomia cinese e inizia a interferire nei suoi problemi interni.
06/07/2018 11:32